Musica del futuro, dai licei al palco la scuola fa spettacolo

Trent’anni fa Linda Perry dei quattro Non Blondes compariva nel video della storica «Whats’Up» con gli occhiali da aviatore poggiati su un grande cappello nero. Una scena iconica per un brano altrettanto iconico, che ancora oggi viene passato in radio e intonato da milioni di persone. È sulle note di questo capolavoro di inizio anni Novanta che, ieri pomeriggio, nell’arena dell’auditorium Livia Bottardi Milani si è aperta la finalissima della seconda edizione degli «High school music awards», format dedicato agli studenti delle scuole superiori del Bresciano organizzato dall’associazione Festa della Musica Brescia in collaborazione con il Comune. L’iniziativa rientra tra le attività di «Baleno», il palinsesto socio-culturale di Spazio Lampo, centro culturale del quartiere Don Bosco, e quest’anno ha visto raddoppiare i numeri: l’edizione numero due ha raccolto il doppio delle candidature rispetto alla prima.
Giuria d’eccezione
A salire sul palco dell’area sono stati 24 tra giovani artisti e band, che si erano già confrontati in occasione della selezione online e, il 30 agosto, nell’ambito della semifinale live ospitata al Mo.Ca. I finalisti arrivano da diversi licei e istituti superiori del territorio e non solo: da Ailex (Gambara) ad Angela (Arnaldo), dagli Aporia (Copernico) a I Dugonghi (Calini) fino a band dai nomi un po’ più fantasiosi come I Caotici Ordinati, Eggs n’ Butter, No Blood Brothers Band, Pasta Piombo e Tentacoss.
A valutare le performance è stata chiamata una giuria di professionisti composta da Diego Spagnoli, storico stage manager di Vasco Rossi, Fabio Dalè, produttore e musicista, Enrico Romano, manager con trent’anni di esperienza nelle major, Maddalena Damini, voce e direttrice artistica di Radio Bresciasette, Paolo Cavagnini di BeNow ed Emanuele Sanfelici di Hat Music.
La scena bresciana
Chi sono i musicisti che animeranno la scena bresciana nei prossimi anni e quali sono le nuove tendenze e i linguaggi che parlano i ragazzi di oggi? È a queste domande che la manifestazione punta a rispondere e, anche per questo, l’organizzazione ha deciso di non decretare uno o più vincitori: «Non c’è quello più bravo degli altri - spiega Alberto Belgesto, tra i promotori del progetto -. Qui si ascoltano le tendenze, si dà la possibilità di esibirsi, si valorizzano artisti che hanno appena iniziato e altri già un po’ più rodati. Sono tutti vincitori. Non c’è una visione agonistica da programma televisivo, ma un laboratorio autentico di crescita». Come pure per l’edizione 2024 il pomeriggio in musica di ieri non è stato, quindi, una gara ma uno strumento di promozione della musica giovanile, un’occasione di incontro e crescita per cantanti, autori e band.

Al termine della giornata ai partecipanti sono stati donati buoni spesa per studi di registrazione e strumenti musicali e un abbonamento annuale a Hat Music, app che mette in contatto gli emergenti con i professionisti del settore. Ciascuno utilizzerà questi strumenti per continuare a esprimersi con la musica, «che è quello che dà colore alle nostre giornate, le riempie di senso» raccontano Matteo Rinaldi e Alessandro Rizzini dei Duo Blues Rock. Accanto a loro, appena ventenni, gli Small Size, trio milanese composto da due undicenni e un dodicenne. Perché con «High school music awards» la musica non ha età, né competizione: l’importante è esprimersi e avere voglia di crescere, di evolvere.
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