Istigava all’odio online, obbligo di firma per il 21enne di Cazzago

Era stato selezionato da un suo omologo polacco per compiere attentati incendiari e aggressioni fisiche a immigrati e persone di colore. Per compierli, questo quanto ricostruito dagli inquirenti, e per incassare il denaro promesso per portare a termine i blitz, sarebbe stato disposto ad attraversare l’Europa fino alla Polonia.
Telegram e Tik Tok
A tanto il 21enne operaio di Cazzago San Martino finito al centro dell’inchiesta della Dda di Brescia su gruppi suprematisti, xenofobi e neonazisti online non ci è arrivato. Si è fermato nella rete. Si sarebbe accontentato dei propositi, senza passare all’azione. Sui gruppi Telegram e Tik Tok dai nomi inequivoci – come «White Lives Matter Italia», «Vannawaffen tm», «Sangue e suolo», «Spirito fascista», «Hoolingans/NS/WP/WLM», «Rivelazioni non autorizzate», «Identità europea» e «Casa del fascio» – invece non si sarebbe certo risparmiato.
Sarebbero davvero numerosi gli interventi con i quali, a sua firma, il giovane operaio bresciano avrebbe promosso idee fondate sulla superiorità della «razza bianca», incitato all’odio razziale ed etnico, e minimizzato, sino a negarla, l’esistenza della Shoah.
Apologia di fascismo
Secondo la ricostruzione degli inquirenti il 21enne avrebbe inoltre fatto apologia del fascismo e inneggiato, sempre attraverso i canali social, alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali e religiosi e messo nel mirino la comunità Lgbtq+ e le persone che si rivedono in essa. Insieme ad una trentina di giovani, cinque dei quali ancora minorenni agli albori dell’inchiesta, tre dei quali residenti in provincia di Brescia, avrebbe postato un’infinita antologia interamente declinata all’odio razziale, alla xenofobia, alla presunta supremazia bianca, all’incitamento alla violenza nei confronti delle persone extracomunitarie e degli immigrati.
Le indagini
Ai suoi contatti e alla sua identità i carabinieri del Ros, coordinati dal sostituto procuratore Caty Bressanelli, sono arrivati partendo da controlli di routine sulle chat. Lo hanno notato per la sua particolare produttività e lo hanno seguito. L’indagine è iniziata nel dicembre del 2023 e ieri è arrivata alla sua discovery in tutta Italia. I carabinieri del Ros hanno infatti eseguito perquisizioni in tutto il Paese, non solo nel Bresciano, ma anche in provincia di Bergamo, Mantova, Cremona, Spezia e a diverse latitudini.
Accusa e misura
Per tutti i 30 indagati l’accusa è di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. L’unico destinatario di misura cautelare è stato il 21enne di Cazzago. Per lui il giudice delle indagini preliminari Alessandro D’Altilia ha disposto l’obbligo di firma. Gli altri ventinove giovani raggiunti dalle indagini sono stati solamente denunciati.
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