Incidente a Milano, il 20enne non era sul suv e ha soccorso gli amici

Nel terribile schianto ha perso la vita un suo coetaneo, Pietro Silva Orrego. Le persone alla guida dei due veicoli sono risultate positive al pre test sull’assunzione di sostanze stupefacenti e alcoliche
Le auto coinvolte nello scontro mortale - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Le auto coinvolte nello scontro mortale - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Era lì solo per aiutare i suoi amici il ventenne inizialmente accusato di essere fuggito dopo esser stato alla guida del suv che domenica mattina all’alba si è schiantato a Milano. Secondo una prima ricostruzione, era tornato sul luogo dello scontro fingendo di essere un soccorritore per evitare guai con la giustizia in quanto senza patente, mentre invece su quel suv non c’era e davvero si è precipitato a dare una mano perdendo una scarpa cercando di sfondare il vetro della macchina a calci.

La ricostruzione

È questa infatti la ricostruzione della Procura di Milano, in linea con alcuni video rimbalzati sui social, che scagiona il ragazzo che si è ritrovato a essere additato come un soccorritore fasullo nell’incidente costato la vita a un suo coetaneo, Pietro Silva Orrego, e per cui una trentenne è ancora ricoverata in gravi condizioni in ospedale. I ragazzi che erano a bordo del Mercedes 4 G Brabus che si è scontrato con una Opel Corsa li conosceva bene, tant’è che, come emerge dai filmati, davanti a quella scena terribile ha cominciato pure a urlare «Ci sono i miei amici che stanno morendo. Per favore tirateli fuori».

I pre test

Dunque non era al volante della macchina di lusso, che era guidata invece da un 23enne, incensurato e con patente, ora indagato per omicidio stradale così come il conducente dell’utilitaria, un uomo di 32 anni, originario di Napoli. Entrambi sono risultati positivi al pre test sull’assunzione di sostanze stupefacenti e alcoliche: il primo ad alcol e droga, il secondo solo alla droga. In base alle indagini coordinate dalla pm Giancarla Serafini, il suv su cui viaggiavano i tre amici stava andando a velocità sostenuta.

La dinamica

Dagli accertamenti risulta che l’automobile da quasi mezzo milione di euro, presa a noleggio dal 23enne, mentre stava percorrendo il viale a forte velocità (ancora da accertare a quanti chilometri all’ora) si è scontrata all’incrocio con viale Esperia con la Opel. Per l’impatto si è ribaltata, si è spezzata e c’è stato anche un principio di incendio, subito spento dalla pioggia. Oltre alle immagini dell’impianto video di cui è dotato il semaforo di quel crocevia, per ricostruire con esattezza la dinamica sono stati acquisiti anche i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona: va appurato, in particolare, quale dei due veicoli non abbia rispettato la precedenza o se si sia trattato di una manovra azzardata.

Scontro tra due auto a Milano: quel che resta dei mezzi - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Scontro tra due auto a Milano: quel che resta dei mezzi - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

L’autopsia

In più sono stati ascoltati anche dei testimoni ed è stata disposta l’autopsia di Pietro, morto una decina di ore dopo il terribile schianto, tra le braccia del padre, Pedro Leon Silva Orrego, noto cardiologo ora in pensione. Era tornato a casa dopo una serata in discoteca, e sarebbe poi uscito nuovamente per incontrarsi con gli amici. È salito sul Mercedes che ha imboccato il viale alla periferia della città. Se gli elementi che inquirenti e investigatori stanno raccogliendo riusciranno a fornire un quadro preciso, non sarà necessario disporre una consulenza cinematica. Mentre ulteriori analisi più specifiche, come quelle ematiche, dovranno stabilire se il 32enne fosse effettivamente alla guida della Opel dopo aver assunto droga.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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