Cronaca

Il programma gratuito «Rigeneraderma» dell’Università di Verona per le donne vittime di violenza

Con una nuova tecnica le cicatrici sono più sottili e i tessuti cutanei lesionati si sono rigenerati
Pinky insieme al team di medici di Rigeneraderma
Pinky insieme al team di medici di Rigeneraderma
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Ripartire. Nel corpo e nello spirito, lasciandosi alle spalle anche le cicatrici sulla pelle con cui la violenza che hanno subito continua a perseguitarle. Un altro passo verso la normalità, cancellando anche fisicamente, i segni dell’odio che le ha travolte. Pinky, donna bresciana di origini indiane cui il marito aveva dato fuoco nel 2015 perché non sopportava il suo stile di vita occidentale, lavorava, guidava l’automobile, portava i jeans; è tra le 500 che vittime di violenza di genere che sono state selezionate per un programma di riabilitazione estetica gratuita promosso dall’università di Verona.

Il programma

Il progetto si chiama Rigeneraderma e ha come partner scientifico il dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento dell’università di Verona, «si pone un nobile obiettivo: riparare il danno funzionale per migliorare la vita delle donne vittime di violenza di genere», dicono i promotori che poi spiegano «la cura delle cicatrici rappresenta una sfida per la medicina, le terapie attuali non sempre consentono la guarigione dei tessuti lesionati, da tempo lavoriamo ad un programma per limitare i danni funzionali» sottolinea Andrea Sbarbati, ordinario di Anatomia Umana, direttore della sezione di Anatomia Umana e Istologia dell’università degli studi di Verona.

«Pinky ha subito numerosi interventi chirurgici, grazie ai quali ha recuperato in parte la regolare fisionomia del volto - spiega la dottoressa Sara Zecchetto, specialista in medicina interna e medico estetico, che ha erogato le terapie pro bono -. Permaneva però tessuto cicatriziale fibrotico e deturpante nella parte medio-inferiore del volto e al collo. La cicatrice era molto ampia e le procurava un deficit di movimento del collo, con conseguente contrattura posturale della schiena». La terapia si basa sull’utilizzo di onde elettromagnetiche e vacuum e «ha dimostrato di rigenerare i tessuti cutanei. Seduta dopo seduta abbiamo osservato un progressivo ammorbidimento dei tessuti e un assottigliamento delle cicatrici. È migliorata, inoltre, la postura e si è attenuata la contrattura alle spalle, secondaria alla cicatrice».

«Alla visita di controllo al termine del ciclo è stato possibile osservare un significativo miglioramento di tutti i parametri esaminati» ha spiega Alessandro Picelli, associato di Medicina fisica e riabilitativa e vicepresidente della Società italiana di Riabilitazione neurologica.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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