Frane, esondazioni, rifugi isolati: montagna nella morsa del maltempo

Giuliana Mossoni
Case di Viso tra le zone più colpite. Fango e detriti invadono la pista di Valbione. Interrotta la strada di malga Caldea
La frana verso il rifugio Bozzi - © www.giornaledibrescia.it
La frana verso il rifugio Bozzi - © www.giornaledibrescia.it
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Dopo settimane di caldo intensissimo sono arrivati sulla provincia di Brescia i primi forti temporali estivi. Piogge torrenziali a ripetizione, con anche la grandine, che hanno provocato, tutto sommato, danni fortunatamente abbastanza contenuti. Massacrata è stata soprattutto l’alta Valcamonica, in particolare i comuni di Temù e Ponte di Legno, che hanno visto frane, esondazioni e allagamenti.

A Ponte di Legno in particolare sono due i fronti di dissesto che hanno dato preoccupazioni, uno nella zona di Case di Viso, dove già qualche estate fa si era invece verificata una frana di grosse dimensioni, e uno sulla pista da sci di Valbione.

Lavori di sgombero

In una delle zone più amate della località, le Case di Viso, si sono staccate due frane cadute sulla strada che, subito dopo le caratteristiche baite in pietra, sale verso il rifugio Bozzi. Da lunedì sera la via è stata chiusa e così è stato anche oggi, quando sono iniziati i lavori di sgombero. Gli escursionisti sono riusciti a scendere a valle, mentre restano bloccate in quota le loro autovetture. Con tutta probabilità il sentiero sarà riaperto domani. A lato della carreggiata resteranno però i detriti che sono stati spostati dal fondo stradale, in attesa dello sgombero. Il sindaco Ivan Faustinelli ha effettuato ieri un sopralluogo per verificare i lavori necessari.

Anche la pista da sci di Valbione si è trasformata in un fiume, che ha asportato lo strato superficiale del terreno: anche in questo caso, sono previsti al più presto i lavori di ripristino. Allagamenti si sono registrati a Poia e nel parcheggio di piazzale Europa.

Il parcheggio Cida allagato a Ponte di Legno

A Temù, come successo pochi anni fa, le strade interne al paese si sono trasformate in fiumi d’acqua, che hanno invaso abitazioni, cantine e garage, soprattutto nella parte bassa del paese, nei pressi della partenza degli impianti. Al lavoro, martedì sera, sia i vigili del fuoco sia la protezione civile e il Comune, per ripulire e liberare le griglie ostruite e gli ambienti domestici. Come sempre, in sofferenza è andato subito il torrente Avio, che è uscito dagli argini e ha esondato sulla strada che porta a malga Caldea. I rifugisti e alcuni escursionisti non sono quindi riusciti a raggiungere il fondovalle, restando bloccati e costretti a passare la notte a Malga di Mezzo. Già ieri uomini e mezzi si sono messi al lavoro per risolvere, ancora una volta, la criticità.

«È piovuto tantissimo in poco tempo ed è pure grandinato - racconta un residente di Temù -: ha iniziato alle 17 e poi a più riprese, un vero diluvio. Nella serata di lunedì per un po’ è mancata anche la corrente. Questa volta nulla di grave, ma siamo solo all’inizio». Il Municipio ha emanato un’ordinanza di chiusura della strada di malga Caldea, inibendo così la possibilità di raggiungere i rifugi, tra cui il Garibaldi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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