La bresciana Devoti in Pakistan tra emancipazione femminile e alpinismo

Si chiama «Girls in action 2025» il progetto umanitario in chiave alpinistica dedicato a giovani donne pakistane che ha visto partire dall’Italia in questi giorni le protagoniste, delle quali fa parte anche la scalatrice bresciana Erminia Devoti. Il teatro delle attività saranno le montagne della zona dell’Hunza, all’estremità settentrionale del Paese, non distanti del confine con la Cina.
Un gruppo di 25 ragazze pakistane provenienti delle regioni dello Swat e del Chitral potrà prendere parte a un programma didattico che prevede la trasmissione delle conoscenze alpinistiche necessarie per poter effettuare salite su roccia e ghiaccio. Assieme alle lezioni pratiche è previsto anche un programma di lezioni teoriche riguardanti medicina e primo soccorso in montagna, topografia, orientamento, equipaggiamento, nodi e manovre di corda.

Il progetto è stato ideato Carlo Alberto Pinelli e sarà coordinato in loco da Francesco Cappellari, entrambi alpinisti membri del Club Alpino Accademico Italiano. Cinque sono le italiane coinvolte: Erminia Devoti, Sarah Haase, Sara Pozzetti, Lorenza Pratali e Francesca Zennaro. Il videomaker Carlo Ferro si occuperà della documentazione audiovisiva. Erminia Devoti è istruttrice all’interno della Scuola di alpinismo e di scialpinismo «Adamello Tullio Corbellini» del Cai Brescia. Così il presidente Renato Veronesi: «La presenza di Erminia che porta le sue competenze in questo gruppo fa onore alla nostra sezione, che riconosce l’importanza delle motivazioni sottese a questo importante progetto».
Obiettivo
La finalità più importante del corso è rivolta a promuovere l'emancipazione femminile, la consapevolezza del valore dell’ambiente naturale e una frequentazione della montagna rispettosa della sua integrità. Proprio per questo uno degli aspetti più significativi riguarderà lo scambio culturale tra le istruttrici e le allieve, che sarà promosso in un rapporto di amicizia e di collaborazione. Alla fine del corso, che avrà una durata di sette giorni, le ragazze partecipanti avranno acquisito le conoscenze necessarie per proporsi come educatrici ambientali e guide locali all’interno delle aree naturali protette della zona.
E oltre a questi risvolti di carattere professionale il confronto con le alpiniste occidentali potrà contribuire ad aprire nuove prospettive per giovani donne troppo spesso relegate, a causa di radicate convenzioni sociali e pseudo-religiose, a ruoli subalterni e marginali.
Partecipazione
Le protagoniste italiane sono atterrate a Islamabad e si stanno attualmente dirigendo alla volta di Passu, nell’estremità settentrione della regione Hunza. Qui raggiungeranno il gruppo di allieve provenienti dalle rispettive regioni per l’avvio della formazione sul ghiacciaio del Batura, e poi si sposteranno sulle pareti di roccia della zona di Gulmit.
Alla fine del corso nella capitale Islamabad, alla presenza di autorità locali, saranno consegnati i diplomi di partecipazione. Il progetto è sostenuto dal Club Alpino Accademico Italiano, dalla Fondazione Sella e da un gruppo di aziende. Sulla piattaforma GoFundMe è possibile collaborare alla realizzazione in forma di donazioni economiche.
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