Cronaca

Studenti fuorisede, a Brescia 400 euro al mese per una stanza singola

La città è sopra la media nazionale: prezzi in continua crescita e i posti letto coprono comunque soltanto il 10% delle necessità
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Studenti, caro affitti a Brescia
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Le tende fuori le facoltà sono scomparse, ma l’emergenza silenziosa c’è ancora. Il boom delle locazioni brevi da una parte e i canoni inaccessibili dall’altra rendono la vita difficile per decine di migliaia di studenti universitari fuorisede, in pressoché tutte le città universitarie da Nord a Sud. Non fa eccezione Brescia, che tra l’Università Statale, la Cattolica, le Accademie e il Conservatorio conta oltre 20mila studenti – a testimonianza di quanto negli ultimi anni la città della Loggia si stia accreditando come città universitaria di medie dimensioni.

La situazione

Ambizioni e scenari che però cozzano con la disponibilità di posti disponibili per i fuorisede e per chi, pur arrivando dalla provincia, vorrebbe evitare lunghi viaggi quotidiani da pendolare. Perché le stanze non si trovano. E quelle che ci sono costano troppo.

Una doppia a Brescia, infatti, all’inizio del 2025 costa ormai mediamente circa 280 euro al mese. Un aumento incontrollato di circa il 10% rispetto a due anni fa. Gli ultimi dati di febbraio per gli immobili residenziali in affitto riferiscono di una media di 11,55 euro al mese per metro quadro, con un aumento del 4,43% rispetto al febbraio del 2024, raggiungendo il suo massimo negli ultimi due anni (il mese col prezzo più basso risale addirittura all’aprile del 2023: per un immobile in affitto furono richiesti in media 9,68 euro al mese per metro quadro).

Secondo l’ultimo rapporto di Immobiliare.it la città più cara d’Italia per gli studenti (e non solo) resta Milano, dove si spende in media 353 euro al mese. Nella classifica del caro affitti, seguono Roma, con 283 euro al mese, Napoli con 271 euro al mese, Bologna con 264 euro. Brescia dunque si piazza ai primissimi posti in Italia e ben sopra la media nazionale. E la proporzione è persino più spropositata per una singola, che all’ombra del Cidneo arriva a costare oltre 400 euro di media (a Milano si arriva anche a 700).

Cari e pochi

E l’altra faccia della medaglia è ben evidente nel rapporto «Lo student housing tra Pnrr e mercato» di Scenari Immobiliari e Camplus, che ha calcolato la «fame» di 130 posti letto per un milione e 900mila universitari in tutta Italia. Basta fare qualche calcolo: dal momento che a Brescia si contano circa 20mila iscritti servirebbero altri mille posti, tenendo conto dei 450 già esistenti.

Secondo il dossier sulla situazione abitativa in Lombardia stilato dall’Unione degli Universitari, invece, a Brescia i posti letto per gli studenti universitari fuorisede coprono meno del 10% delle necessità di alloggio. Il documento ha cristallizzato un fenomeno a lungo sottostimato in regione: i posti letto sono insufficienti a fronte di una domanda in crescita. I motivi dell’emorragia vanno ricercati (anche) nei fondi limitati che arrivano da Regione Lombardia.

Almeno secondo i rappresentanti degli studenti. L’Udu, con Cgil e Sunia, ha ad esempio stimato che il 62% dei fuorisede si dice in difficoltà nella ricerca di una casa. E per i 600mila studenti universitari fuorisede non pendolari, l’affitto di un posto letto o di una camera incide sul loro budget fino all’80%. Ecco perché, dopo aver portato all’attenzione delle istituzioni il tema dell’emergenza abitativa con le proteste delle tende, gli studenti universitari non smettono di rivendicare il diritto alla casa chiedendo politiche abitative pubbliche.

Migrazione al Sud

Anche perché, a fronte di posti letto che diventano un lusso per pochi, si assiste negli ultimissimi anni ad un nuovo fenomeno: la scelta in università del Sud e delle isole, situate in città meno costose e più vicine alle residenze familiari: qui, secondo i dati Censis, le immatricolazioni sono aumentate del 4,2%. Nelle grandi metropoli, invece, diminuiscono le iscrizioni: nelle università del Nord-ovest si registra un calo del 2,5% che, per gli atenei del centro Italia, arriva al 3,6%. Un segno dei tempi. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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