Art chiuso per 10 giorni, il titolare: «Collaboriamo con forze dell’ordine»

«Ci additano come fossimo un ricettacolo di pregiudicati, ma non è così. Collaboriamo attivamente con le forze dell’ordine dal 2010, siamo tutti dalla stessa parte»: Francesco De Salvia, titolare dell’Art club disco di Desenzano è sconfortato. Lo scorso primo luglio il questore di Brescia ha posto per la seconda volta i sigilli al locale e, con un provvedimento emesso per turbativa dell’ordine pubblico e della sicurezza, l’Art rimarrà chiuso.
Nelle settimane precedenti i residenti avevano anche presentato un esposto per denunciare il senso di insicurezza diffusa e la qualità della vita compromessa dalle risse e dai comportamenti violenti di alcuni avventori all’esterno della discoteca. La sospensione dell’attività per uno dei locali più in voga del Garda coincide però in parte con la chiusura estiva e alla fine sono saltate solo due serate organizzate per il 5 luglio e per il 12.
«Riapriremo direttamente il 14 agosto – spiega De Salvia – per la nostra festa in costume da bagno, Acquamatta. Nel frattempo, però, siamo stati in questura per capire cosa fare per prevenire queste cose».
Come prevenire?
E siamo al punto: come tenere lontano dai luoghi pubblici delinquenti e attaccabrighe? «Come faccio a individuare un pregiudicato – aggiunge De Salvia – visto che non sono titolato a chiedere i documenti né il casellario giudiziario? Aspetto dalla questura un decalogo, delle linee guida da seguire. Sono disposto a fare tutto quello che mi chiedono».
I locali notturni diventano spesso teatro di episodi spiacevoli e pericolosi e per questo il locale di Desenzano si è dotato di 84 telecamere, con una sala controllo dove si alternano ogni sera due persone, e tredici buttafuori.

«Selezionare all’ingresso le persone – continua – non è semplice, ma non vogliamo certo delinquenti o ladri nel locale – si sfoga De Salvia –. Per me è un grave danno anche perché ci sono 50 famiglie che vivono con questo lavoro e persone che lavorano con noi da quasi trent’anni. Ho chiesto alla questura una pattuglia all’ingresso la sera, sono disposto a pagarla io. Non mi hanno risposto».
La buona volontà del gestore, insomma pare esserci, ma non può bastare. Oltre alla collaborazione con le forze dell’ordine, per la sicurezza nei locali notturni servirebbe l’impegno anche dei clienti: cultura del rispetto dell’altro e buona educazione, che spesso mancano.
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