Appalti pilotati a Berzo Demo, chiesta la condanna per il sindaco

Secondo la Procura della Repubblica il sindaco di Berzo Demo Gian Battista Bernardi e il responsabile del settore tecnico dell’epoca dello stesso comune Fedele Bernardi sono responsabili di turbata libertà degli incanti e di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente per una serie di vicende che hanno riguardato, nel 2021, la fornitura di materiali edili, di servizi di pulizie e di videosorveglianza e di falso per una riunione di giunta che secondo l’accusa non si sarebbe mai tenuta. Con loro sono accusati a vario titolo anche il segretario comunale Paolo Scelli, Aldo Bonomelli, titolare di una impresa di Saviore, e Piermario Arrighini, tecnico della Centrale unica di committenza Area vasta Brescia.
Le richieste
Nell’udienza che si è tenuta ieri mattina il sostituto procuratore titolare del fascicolo, Donato Greco, ha chiesto 3 anni per Fedele Bernardi, 2 anni e 8 mesi per l’ex sindaco Gian Battista Bernardi, 8 mesi per Paolo Scelli, un anno e sei mesi per Aldo Bonomelli e un anno per Piermario Arrighini.
Le difese invece hanno chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati sottolineando, ciascuno per il proprio assistito e per il ruolo che ricopriva, che ha agito nel solo interesse dell’ente che amministrava o del ruolo che ricopriva, senza violare norme per conseguire un vantaggio personale.
L’inchiesta
La vicenda era emersa nella primavera del 2021 sulla base di un esposto della minoranza ed era stata sostenuta dalle dichiarazioni di operai che avevano ammesso di essere andati a prendere materiali edili per i lavori necessari al comune nella ditta in cui il sindaco è socio al 45%. In un altro caso, secondo l’accusa, gli indagati avrebbero inserito nel bando per la pulizia degli immobili comunali particolari requisiti che avrebbero favorito una specifica cooperativa. E lo stesso avrebbero fatto, secondo l’accusa, per il noleggio di una stampante.
Nelle due circostanze, secondo i difensori, si è agito a favore dell’ente, ottenendo buoni servizi a prezzi concorrenziali e dunque senza commettere illeciti. Sentenza il 15 gennaio.
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