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Via San Zeno: bio-edificio in un mese

I tre piani sono stati realizzati completamente in legno, dalla struttura ai rivestimenti.
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BRESCIA
Un telaio completamente in legno tamponato con pannelli modulari, sempre in legno riempiti di lana di roccia erivestiti da lastre di cemento cellulare coibentate con sughero. Il primo edificio «bio» dedicato al terziario in città sta prendendo forma al numero 95 di via San Zeno.
Lo sta realizzando la Rubner Objektbau di Chienes (Bz) su progetto dello studio d'architettura dei bresciani Battista Rovetta e Giordano Frassine, i quali hanno seguito le indicazioni della committenza che mirava a realizzare un edificio innovativo e all'avanguardia dal punto di vista della bioedilizia.
Naturale al 100%
I materiali utilizzati sono infatti naturali. Il legno ha ottimi coefficienti di isolamento termico, crea un clima abitativo gradevole e ha una durata eccezionale; la lana di vetro è un materiale termoisolante e produce un elevato isolamento termoacustico, ha ottime proprietà di resistenza al fuoco e non è infiammabile; il sughero poi è una materia prima priva di collanti sintetici e oltre alla lunga durata offre un eccellente isolamento termico.
L'edificio di via San Zeno è a pianta rettangolare ed è disposto su tre piani fuori terra (il più alto edificio terziario realizzato per ora da Rubner), per 900 metriquadrati di superficie, con un interrato di altri 800 metriquadrati (realizzato, questo sì, seguendo le tecniche tradizionali di costruzione, con alcune peculiarità, come la coibentazione che solitamente - per questi spazi - non viene mai adottata). In quell'area prima c'era un vecchio capannone degli anni Cinquanta che con questo progetto è stato abbattuto per essere riconvertito in un edificio moderno e ecocompatibile, con tecniche di costruzione assolutamente nuove e di altissimo livello.
Sistema di edificazione a secco
«Abbiamo puntato sul sistema di edificazione a secco - spiegano i due giovani architetti bresciani - perché è più veloce e garantisce elevate prestazioni acustiche e termiche, inoltre si ha una certezza del risultato, dei costi e dei tempi di esecuzione faticosamente raggiungibili con i sistemi costruttivi di tipo tradizionale». Un esempio pratico: i tre piani fuori terra realizzati con la tecnica di prefabbricazione leggera in legno sono stati realizzati in un mese esatto.
Inoltre, il potere isolante dei pannelli utilizzati è molto elevato: in soli 27 cm di spessore si riescono a garantire indici di isolamento di gran lunga inferiori ai minimi richiesti dalla già restrittiva normativa regionale della Lombardia: trattengono il caldo durante l'inverno senza far entrare il freddo, e viceversa durante l'estate non fanno passare il caldo dall'esterno all'interno, trattenendo l'aria fresca tra le pareti. Due terzi delle pareti esterne saranno intonacate, mentre la facciata che dà sulla via principale sarà rivestita di doghe in larice lisciato grezzo, così da connotare la sua anima «ecologica».
Alla grande attenzione progettuale prestata all'«involucro» esterno, non poteva non corrispondere altrettanta attenzione anche all'impiantistica, realizzata dalla Tecnoprogetti dell'ing. Gianpaolo Perini & partners: il riscaldamento è a pavimento (e il pavimento in questo caso è in linoleum naturale, assolutamente ecologico perché realizzato con segatura, olio di lino e juta). Geotermia e ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore, ovvero si riesce a ricambiare l'aria interna senza che esca o entri calore dall'esterno, collaborano inoltre all'alta prestazione dell'impianto. Sul tetto sarà posto un sistema fotovoltaico per la produzione di energia elettrica (l'esposizione al sole dell'edificio infatti era stata studiata in funzione della futura realizzazione dell'impianto).
Autosufficienza energetica
«L'obiettivo, o se vogliamo, la sfida del futuro è che questo edificio possa essere completamente autonomo dal punto di vista delle forniture - spiegano ancora gli architetti Battista Rovetta e Giordano Frassine di "Studio 55" -, non solo per quanto riguarda il sistema di riscaldamento geotermico, ma anche per quanto riguarda l'accumulo di energia elettrica tramite il sistema fotovoltaico, cosa che oggi ancora non è possibile. Insomma che diventi un edificio in equilibrio energetico».
Saranno poi utilizzate lampade a basso consumo, così come l'ascensore avrà bisogno di un impegno di corrente inferiore rispetto alla norma. Tutti gli impianti garantiranno un risparmio energetico e di gestione che può arrivare anche al 30%. Gli arredi stessi saranno «bio», perché non verranno utilizzati mobili contenenti colle che possono liberare formaldeide. L'input ai progettisti è stato dato dalla sensibilità ecologica dei committenti. Qui troverà posto una farmacia.
Daniela Zorat

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