Streparava in rosso per la prima volta

ADRO
Padre e figlio, presidente e amministratore delegato dell'azienda di famiglia, hanno fretta di lasciarsi alle spalle il ricordo del 2009. E fanno bene, Pier Luigi e Paolo Streparava, per due motivi.
Il bilancio del 2009, infatti, è il primo chiuso in rosso (con una perdita di 2,86 milioni di euro) da quando il cavaliere Gino Streparava (il padre dell'attuale presidente, scomparso pochi mesi fa) ha fondato l'impresa specializzata nella componentistica per automotive. Era il 1951, e da allora la Streparava Holding ha sempre chiuso i propri esercizi con un utile di bilancio.
C'è poi un secondo motivo per dimenticare con celerità il 2009: quest'anno, infatti, la Streparava tornerà in utile, come dimostrano i dati della semestrale appena approvata dal consiglio di amministrazione.
I dati del conto economico
Ma torniamo all'anno della crisi. Nel 2009 l'azienda che realizza componentistica automotive, sospensioni, assali e componenti dei motori ha registrato una flessione della produzione del 47% rispetto all'anno precedente (e un reparto ha fatto registrare un -60%). Il fatturato si è così dimezzato, passando dai 159,4 milioni del 2008 agli 82,8 dell'ultimo esercizio (secondo le previsioni, quest'anno si supererà quota 95). Per capire l'entità della crisi, basta considerare che, nell'ultimo decennio, i ricavi hanno sempre superato i 100 milioni.
La drastica contrazione degli ordini ha reso necessario il ricorso ai contratti di solidarietà, chiesti inizialmente per 120 addetti su 380 lavoratori presenti nello stabilimento di Adro. Ora, grazie alla ripresa, solo 50 dipendenti sono in «solidarietà».
I costi di produzione sono stati pari a 83,8 milioni di euro, contro i 158,2 milioni del 2008. Per le materie prime si è speso 52,3 milioni (107,9 nel 2008), per il personale 13,5 milioni (19,2). La differenza tra valore e costi della produzione è stata quindi negativa per 2,5 milioni (positivo per 4,7 milioni il 2008). Il margine operativo lordo (o ebitda) è stato di 2,96 milioni (11,38 l'anno precedente), mentre il cash flow ha raggiunto quota 2,49 milioni. Il margine operativo netto (o ebit) è stato invece negativo per 2,53 milioni. Il risultato netto (negativo per 2 milioni e 864mila euro) si allontana quindi da quello del 2008, quando l'esercizio si chiuse con 3 milioni e 920mila euro di utile.
Le prospettive per il futuro
Archiviato l'esercizio più difficile della storia aziendale, la Streparava Holding (a capo di diverse aziende tra cui la controllata spagnola Streparava Iberia e la joint venture indiana Sansera + Streparava) guarda con parziale ottimismo al futuro. «I dati del 2010 sono positivi, con una ripresa della produzione del 25% circa e un risultato in attivo anche grazie alla riduzione dei costi e al recupero di efficienza - dice Paolo Streparava - ma per il 2011 non abbiamo certezze e non sappiamo ancora cosa accadrà: sarà un anno molto importante».
Ci sono già, comunque, due buone notizie. La prima è una maxi-commessa della giapponese Nissan, per un valore di 4 milioni all'anno per almeno cinque anni, che rappresenta la prima volta di Streparava in Giappone e la prova dell'affidabilità dell'azienda sul piano internazionale. Il contratto è stato firmato dopo due anni di trattativa con i giapponesi e con i rappresentanti della controllante (gruppo Renault-Volvo).
La seconda notizia positiva è data dalla concretizzazione del progetto, realizzato in collaborazione con Ansaldo (gruppo Finmeccanica), per produrre Elida System, una sospensione elettrica che, montata sugli autobus, consente di rendere i veicoli a motore ecologicamente sostenibili. In questo senso, il presidente Pier Luigi Streparava sottolinea che «anche nel 2009 non sono mancati corposi investimenti in ricerca e sviluppo».
E l'azienda intende continuare così, sperando che non si ripresentino le condizioni critiche dello scorso anno. «È stata una caduta immediata e verticale - dice ancora il numero uno dell'industria di Adro - con una sofferenza gestionale molto problematica a causa del magazzino pieno di invenduti. Non solo: alcuni fornitori hanno chiuso i battenti, anche qui in zona, costringendoci a riportare in azienda alcune produzioni esternalizzate, con conseguente incremento dei costi».
Ora si tenta di ripartire, portando nel cuore e nella mente il ricordo e l'esempio di Gino.
Guido Lombardi
g.lombardi@giornaledibrescia.it
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