Pralboino: tripla A per la Foma dei Montini

PRALBOINO
Non più «quadrupla A» ma «tripla A» per la Foma di Pralboino, sede della casa madre, e Bedizzole, dove opera la controllata Cuprum Italia. Ma non per la retrocessione del rating bensì per un'altra ragione. Il fondatore e patron Angelo Montini, all'età di 85 anni magnificamente portati, ha passato il testimone ai tre figli - Armando il nuovo presidente, Alessandro e Adriana - tenendo per sè le funzioni consultive della presidenza onoraria (quattro A essendo tali le iniziali dei nomi). Un passaggio fisiologico, nell'ordine naturale delle cose come si conviene a una azienda familiare di solida tradizione. E pure il bilancio - la Foma produce pressofusioni di alluminio e tubi in rame - si può definire da «tripla A» in relazione alla crisi.
Buona redditività
Ciò perché la Foma, pur avendo visto i ricavi scendere da 158 a 113 milioni di euro, ha chiuso con un utile netto di 1,2 milioni (a fronte dell'utile 2008 di 2,1 milioni) dopo tasse per 1,4 milioni (2,1 milioni nel 2008), ammortamenti per 4,8 milioni (5,1 milioni nel 2008) e oneri finanziari netti per 959mila euro. Il che significa un cash flow (utile netto più ammortamenti ovvero la capacità di liquidità generata dalla gestione) di 6,1 milioni. Non solo, ma anche un Mol (margine operativo lordo o Ebitda, cioè l'utile prima di ammortamenti, oneri e tasse) di 9,8 milioni a fronte degli 11,3 milioni del 2008; un Mon o Ebit (margine operativo netto) di 5 milioni rispetto ai 6,2 milioni dell'esercizio precedente. Ma anche il saldo della gestione industriale caratteristica, ossia la differenza tra valore e costi della produzione, si è mantenuta su livelli confortanti (sono calati i ricavi ma proporzionalmente anche i costi) con un margine positivo di 3,3 milioni rispetto ai 4,6 milioni dell'esercizio precedente. Aumentati gli oneri finanziari - da 400mila a 800mila euro - a seguito di maggiori impegni per gli investimenti, che per l'esercizio 2009 sono ammontati a 3 milioni di euro.
Ridotto invece il costo del lavoro che passa da 19,6 a 18 milioni di euro. Da ultimo, per quanto attiene agli indici di marginalità, il Roe (return on equity, ossia il rapporto tra utile e capitale di rischio) è stato del 2,70%, indice che è la sintesi più compiuta e rappresentativa delle gestione.
Equilibrio patrimoniale
Il patrimonio netto di 47 milioni (idem nel 2008) consente un margine di struttura primario (il rapporto tra patrimonio e immobilizzi tecnici netti postati per 13 milioni ossia gli investimenti) più che positivo. Le partecipazioni finanziarie a bilancio ammontano a poco meno di 2 milioni. Buona liquidità primaria immediata, ossia i depositi su conti correnti per 13 milioni che vanno a ridurre l'indebitamento bancario, che peraltro non supera i 19 milioni, residuando una posizione finanziaria netta a debito per circa 6 milioni, più che compatibile rispetto al capitale investito. I debiti verso fornitori sono postati per poco più di 7 milioni, i crediti verso clienti 4 volte di più ovvero 25 milioni (un dato di grande correttezza gestionale).
La situazione economica generale, si legge nella Relazione, ha comunque consentito di mantenere inalterata la gestione quanto al contenimento del costo delle materie prime, al contenimento del costo del lavoro senza traumi e soprattutto all'offerta di prodotti di qualità, sia in ordine ai pressofusi in alluminio sia in ordine ai tubi di rame.
Alessandro Cheula
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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