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Per Atb un 2009 da record. In Malesia nasce il «gemello»

RONCADELLE. Un anno difficile per Atb Riva Calzoni spa, ma allo stesso tempo quello che si è chiuso con il miglior risultato economico di sempre.
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RONCADELLE
Un anno difficile per Atb Riva Calzoni spa, ma allo stesso tempo quello che si è chiuso con il miglior risultato economico di sempre. Potremmo scomodare il principio di «azione e reazione» di newtoniana memoria per descrivere l'esercizio 2009 della società «fiore all'occhiello» della galassia dell'imprenditore camuno Sergio Trombini. L'effetto «azione» è rappresentato da un valore della produzione lievitato del 25%, passato dai 151 milioni del 2008 ai 190 del 2009, un utile netto in crescita del 124%, da 6,9 a 15,5 milioni, un Ebitda di 27 milioni (+80%). L'effetto «reazione» è invece figlio di una crisi economica generale che ha portato al crollo delle acquisizioni di nuovi ordini che dal valore (record) del 2008 di 158 milioni è sceso nel 2009 a soli 26 milioni.
Un paradosso facilmente spiegabile. Atb Riva Calzoni opera su commesse pluriennali, a lunga «gestazione». La storica azienda di Roncadelle è uno dei principali operatori mondiali nella progettazione e costruzione di corpi a pressione per impianti petrolchimici ed ha pochi rivali al mondo nell'installazione di condotte forzate ed impianti per il settore idroelettrico. Le consegne di questi prodotti vanno dai 26-28 mesi; i lavori portati a termine lo scorso esercizio sono stati raccolti tra il 2006 e il 2007.
Nel corso di tutto il 2009 gli impianti di via Industriale hanno lavorato a pieno regime, nessuna ora di cassa integrazione. Analoga situazione è prevista per tutto il 2010. «Siamo tranquilli, non c'è nessuna situazione di allarme, il management sta lavorando per recuperare il gap alle commesse dello scorso anno - spiegano il direttore generale Mario Marangoni ed il vicepresidente della holding Fintro, Bruno Bazzoni -. Abbiamo davanti un intero anno per raccogliere commesse e coprire anche il 2011».
2010: in 6 mesi ordini per 95 milioni
I primi segnali che giungono dal mercato indicano che la ripresa è iniziata: nel primo semestre del 2010 il management di Atb ha raccolto ordini per oltre 95 milioni di euro. Se nell'ultimo triennio era stata l'unità di business del petrolchimico a dare le maggiori soddisfazioni, ora è l'idroelettrico a fare la parte da leone. Dei 95 milioni di commesse raccolte infatti ben 75 riguardano la costruzione di condotte forzate ed apparecchi per grandi impianti idroelettrici principalmente in America Latina ed in Estremo Oriente.
I progetti Sogamoso e Tocoma

L'ordine più importante è rappresentato dalla realizzazione del progetto idroelettrico sul fiume Sogamoso, nella zona Nord occidentale della Colombia a circa 40 chilometri dalla città di Bucaramanga. Il progetto di Impregilo prevede la costruzione di una diga alta 190 metri e lunga 300 metri, nonchè una centrale in caverna che alloggerà turbine per un totale di 820 Mw di potenza installata. Atb realizzerà tutta parte idromeccanica dell'impianto (paratoie, condotte forzate), una commessa che da sola vale 50 milioni di euro che si spalmerà su tre anni, in parte realizzata nello stabilimento di Roncadelle ed in parte «in loco». I Paesi emergenti dell'America Latina sono ricchi di acqua e grandi «salti» ed in questo momento hanno bisogno di molta energia. Ecco perché anche il secondo ordine per importanza viene da quest'area. Atb è riuscita infatti ad aggiudicarsi una commessa da 30 milioni di euro per la realizzazione dell'impianto idroelettrico di Tocoma in Venezuela commissionato da un consorzio internazionale guidato da Impregilo.
Nel 2011 il debutto nel nucleare
Lo scorso anno l'assegnazione dello «stampo N» (la qualifica secondo il codice in vigore negli Stati Uniti) che autorizza un'azienda a progettare e realizzare componenti per le centrali atomiche; il mese scorso l'inserimento nella «vendor list» di Westinghouse; mentre nelle scorse settimane da Roncadelle sono partite le prime offerte per la fornitura di 4-5 tipologie di componenti per l'AP1000. In meno di due anni la nuova Business Unit Nucleare è diventata pienamente operativa, e Atb ora attende i primi ordini che potrebbero arrivare già nel 2010. «Aspettiamo gli ordini da Westinghouse - spiegano Marangoni e Bazzoni -. Ma gli iter burocratici americani sono lenti quanto quelli italiani. Westinghouse non ha ancora incarichi per costruire centrali atomiche, non può dare il via alle commesse. Siamo in trepidante attesa». Ed in trepidante attesa è anche Sergio Trombini che prima di tutti ha creduto in questo progetto. Nei giorni scorsi il presidente ha affiancato il sottosegretario Stefano Saglia nel corso di una visita al quartier generale della Westinghouse negli Stati Uniti. Ma non è tutto. Atb ha intrapreso il processo di qualifica anche da parte del consorzio italo francese Enel Edf per la costruzione di 4 reattori italiani con il marchio Areva (reattore Epr). I componenti che rappresentano il core business di Atb Riva Calzoni sono «costruttivamente» simili a quelli per la cosiddetta «isola nucleare», il cuore della centrale dove avviene il processo di fissione.
La nuova sfida il Far East
A Trombini piacciono le grandi sfide. Dopo il nucleare è la volta del Far East. Per conquistare questo importante e ricco mercato l'imprenditore camuno ha preso base in Malesia, a Johor, dove ha realizzato in partnership con il cantiere navale Mmhe (partecipato dal gruppo Petronas) uno stabilimento gemello (anche se molto più piccolo) dell'Atb. La società detenuta al 60% da Trombini si chiama Mmhe-Atb sdn realizza corpi a pressione per il petrolchimico e componenti per l'idroelettrico ed occupa un centinaio di addetti.

Roberto Ragazzi
r.ragazzi@giornaledibrescia.it

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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