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Non c’è tempo da perdere: salvate il pelobate fosco padano

Piano strategico in Lombardia per scongiurare l’estinzione del «rospo della vanga insubrico», un anfibio endemico della nostra pianura
Un esemplare di pelobate fosco o «rospo della vanga» - © www.giornaledibrescia.it
Un esemplare di pelobate fosco o «rospo della vanga» - © www.giornaledibrescia.it
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Salvate il pelobate fosco. Ispirandoci al titolo di un celebre film di Steven Spielberg raccontiamo di una missione speciale in corso che ha per teatro alcune porzioni del territorio della Lombardia, e che mette al centro la conservazione di questo raro anfibio anuro scoperto in Italia 150 anni fa, endemico della pianura padana, attualmente considerato in pericolo dalla Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

Pelobates fuscus, questo il suo nome scientifico, si divide in due sottospecie, delle quali «insubricus» è la varietà presente nella nostra regione. Viene chiamato Rospo della vanga insubrico in virtù delle sue abitudini fossorie, che lo portano a trascorrere periodi di inattività nascosto sotto terra, fino a un metro di profondità. L’erpetologo Vincenzo Ferri, che ha realizzato lo studio di fattibilità del Piano strategico per la conservazione della specie, ricostruisce la storia pregressa con segnalazioni della sua presenza che interessano il territorio bresciano solo prima del 1985. I siti più vicini che l’animale frequenta oggi si collocano in provincia di Cremona, tra l’Oglio e il Po.

Le superfici che accoglievano gli habitat originari a disposizione del pelobate fosco in Lombardia si sono significativamente ridotte per una serie di alterazioni. La prima riguarda l’espansione delle zone destinate all’agricoltura intensiva a fini zootecnici, accompagnata dall’utilizzo di sostanze chimiche che modificano le caratteristiche naturali dell’acqua. A queste cause si sommano gli interventi di regimazione sui fiumi e sui corsi d’acqua minori, e la diffusione di specie di pesci e di crostacei alloctoni che predano i girini. Le minacce più rilevanti per la sopravvivenza della specie riguardano proprio la scomparsa e l’alterazione dei siti di riproduzione.

Gli ambienti che frequenta il pelobate fosco sono molto diversi tra loro, ma sono tutti caratterizzati dalla presenza di suoli sabbiosi o soffici. Le dimensioni possono raggiungere al massimo poco più di 6 centimetri nei maschi e 8 nelle femmine. Il colore del dorso è molto variabile, con tonalità bianco-giallastre o grigie e macchie bruno rossastre o marroni. La metamorfosi e la trasformazione in adulti dei girini si conclude nel mese di settembre. Nella stagione autunnale la sua attività è molto ridotta, e lo svernamento ha inizio nel mese di ottobre. Le aree di reintroduzione attivate mediante appositi progetti stanno contribuendo a supportare la sua conservazione.

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