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Ivar, 16 milioni investiti in tecnologia

Bilancio 2009 in tenuta per il gruppo di Prevalle guidato da Umberto Bertolotti: il fatturato passa dai 47 ai 37 milioni di euro. Ma il portafoglio ordini fa presagire una completa ripresa nel 2010.
La Ivar di Prevalle - © www.giornaledibrescia.it
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PREVALLE
È bello scrivere di bilanci esaurienti e trasparenti. Spiace solo essere costretti a comprimerli in 90 righe. Umberto Bertolotti, presidente della Ivar di Prevalle (prodotti idrotermosanitari) firma un bilancio 2009 e contestuale Relazione sulla gestione la cui esemplare stesura, tecnicamente puntuale e insieme didascalicamente esaustiva, porta la mano di Angelo Turina, consigliere e stimato professionista gardesano.
Consuntivo in difesa, come tutti i bilanci 2009 del comparto termosanitario, per una società che, avendo in vestito negli ultimi tre esercizi oltre 16 milioni, è pronta a intercettare la ripresa 2010. Ivar, nata nel 1985, occupa 136 dipendenti.
Il fatturato è passato dai 47 milioni del 2008 ai 37 milioni del 2009 (di cui l'80% all'export il 90% del quale nei Paesi dell'Unione europea) e l'utile netto, dopo tasse per 658mila euro, scende da 1,6 milioni a 791mila euro. Ma gli ammortamenti sono stati spesati in misura congrua con 1,2 milioni rispetto ai 991mila euro del 2008. Gli investimenti 2009, come sottolineato nel preambolo della Relazione, sono ammontati a 4,3 milioni a fronte dei 3,6 milioni del 2008, mentre la ricerca e l'innovazione si sono concentrate, oltre che sulle certificazioni tutte acquisite, su un nuovo collettore sanitario integrato e nuovi sistemi di miscelazione e distribuzione acqua per impianti di riscaldamento (per dire che l'innovazione non si ferma mai, nemmeno nei cosiddetti comparti maturi).
Trasparenza gestionale
Premesso che la Relazione della Ivar è una delle pochissime (si contano sulle dita di una mano) a spiegare in dettaglio il significato di acronimi inglesi quali Ebitda (il margine operativo lordo di 6,1 milioni di euro rispetto ai 7,4 del 2008) ed Ebit (il risultato della gestione industriale caratteristica di 1,9 milioni, ossia il saldo tra valore e costi della produzione, a fronte dei 3,7 milioni del 2008), veniamo alle altre voci significative. Il risultato operativo globale 2009 della Ivar, assimilabile al cash flow dato dall'utile netto più gli ammortamenti, è stato di 2 milioni; il risultato ordinario è stato di 1,459 milioni, quello prima delle imposte di 1,559 milioni. Il costo del personale è aumentato passando da 4,5 a 4,8 milioni di euro (non si risparmia sul personale capace e meritevole, nemmeno in tempi di crisi) mentre il costo della gestione finanziaria è stato dimezzato, passando da 1 milione a 525mila euro.
Equilibrio patrimoniale
Allo stato patrimoniale il consuntiva della Ivar presenta un patrimonio netto di 15 milioni, valore che copre gli immobilizzi tecnici netti (gli investimenti fissi) con un margine primario di struttura positivo. Calato il magazzino, la cui valutazione passa da 16,5 a 14,5 milioni di euro, mentre i crediti verso clienti sono postati per 9 milioni di euro. Buona la liquidità immediata, quella depositata sui conti correnti postali e bancari, che raddoppia passando da 1,8 a 3,4 milioni di euro, andando a migliorare per lo stesso importo la posizione finanziaria netta ossia il debito bancario di 16,2 milioni (18,6 milioni nel 2008). I debiti commerciali si attestano a 8,5 milioni (8,7 nel 2008). Dettagliata e motivata la parte relativa agli equilibri d'impresa. Al primo posto l'equilibrio patrimoniale, ossia il margine di struttura che nel caso di specie risulta maggiore dell'unità, quindi positivo.
In secondo luogo l'equilibrio finanziario, vale a dire l'incidenza dei debiti finanziari sui mezzi propri, anche questo pienamente rispettato.
Buone prospettive per il 2010
L'idrotermosanitario è una delle specializzazioni elettive della manifattura bresciana, frutto di quella «cultura dell'ottone» che trae dal rame la propria eccellenza. Rame che in questo momento sta nuovamente schizzando alle stelle (il catodo, ossia il rame primario sulla Borsa di Londra, ma anche il rottame per la seconda fusione ne segue l'andamento) con quotazioni che hanno superato i 7.000 dollari a tonnellata e che si apprestano a veleggiare verso gli 8.000 dollari (proiezione del Lme a fine settembre prossimo). Anomalìe frutto non già della domanda, che per quanto in ripresa non è abbastanza elevata per generare simili incrementi, bensì della speculazione, che opera impunita e indisturbata sui mercati delle materie prime più ancora che su quelli finanziari. Nonostante questo il portafoglio ordini della Ivar, conclude Bertolotti, fa presagire una pressochè completa ripresa nel corso dell'esercizio 2010. I rapporti con le controllate (Ivar Uk Ltd nel Regno Unito, Valmon Stamapti, B.H. srl e Teratec) sono improntati alla massima collaborazione.
Alessandro Cheula

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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