Iro di Odolo, 12 milioni per agganciare la ripresa

ODOLO
Anche nell'anno peggiore della crisi continua ad investire destinando 12 milioni di euro, ripartiti in tre esercizi di cui 5 imputati al 2009, per il nuovo laminatoio. È la Iro di Carlo Leali, tondo per cemento armato, acciaieria di medie dimensioni che nel 2009 ha dovuto registrare, al pari degli altri produttori di lunghi, le note contrazioni della recessione mondiale. Ma nel caso Iro, come peraltro nella maggioranza dei casi, investire non è solo una condizione necessaria ma una scelta razionale e consapevole: quella di essere pronti comunque a intercettare la ripresa.
Che per il tondo non sarà nel 2010 ma più realisticamente nel 2011.
Ammortamenti pieni
Il fatturato 2009 è calato percentualmente più dei volumi prodotti: 60% in meno, rispetto al 36% delle billette di acciaio. In termini monetari le vendite, da 259,7 milioni di euro del 2008 ossia l'anno migliore dell'ultimo decennio, sono crollate a 106,3 milioni di euro; idem i costi di produzione, passati da 253,9 a 119,6 milioni. L'Ebit, il risultato operativo cioè la differenza tra valore e costi ovvero la gestione industriale, da un saldo positivo di 12 milioni è sceso ad una perdita di 10,8 milioni.
Così pure il risultato netto, passato da un utile di 2,8 milioni del 2008 a una perdita di 14 milioni del 2009. Ma gli ammortamenti sono stati spesati per 9,3 milioni, la stessa misura del 2008. L'Ebitda, l'utile prima degli oneri, ammortamenti e tasse, passa da 21,2 milioni del 2008 a un saldo negativo di 1,5 milioni. Gli oneri finanziari netti sono stati dimezzati, da 3 milioni a 1,4 milioni, con una incidenza sul fatturato 2009 di poco superiore all'1%. La gestione straordinaria ha registrato minusvalenze per 4,5 milioni, di cui 3,6 milioni la sanzione comminata dalla Ue ai produttori di tondo per violazione della libertà di concorrenza (cartello).
Mercato duro
La liquidità immediata (primaria) sui conti correnti è triplicata rispetto al 2008, passando da 3,8 a 9,3 milioni di euro, andando a migliorare per lo stesso importo la posizione finanziaria netta. I debiti verso banche, calati da 45 a 34 milioni, decurtati della liquidità primaria residuano infatti una posizione finanziaria netta a debito per 25 milioni (era a debito per 41 milioni nell'esercizio precedente). Il patrimonio netto, a causa della perdita di esercizio, scende da 45 a 31 milioni. Prospettive 2010? Anche il primo trimestre 2010 è stato caratterizzato da una domanda stagnante. Solo nella seconda metà del semestre si è registrata una timida ripresa. Le attese per la ripresa guardano al 2011. Aspettativa non passiva, come rilevato in premessa, poiché per l'inizio del prossimo anno è programmato l'avvio della nuova colata continua costata 12 milioni.
Altra incognita è il rottame, di cui è previsto un possibile rialzo per il prossimo settembre nonostante la debolezza della domanda da parte dei trasformatori. Mentre l'energia è una passività certa, il rottame è un costo perennemente incerto e incognito, sottoposto a oscillazioni di mercato che ormai sono fibrillazioni, tanto è volatile e volubile la sua quotazione. Due esercizi, 2009 e 2010, che per il tondo sono stati gestiti in difesa. Resistere è la consegna, ripartire la prospettiva, tornare a crescere la speranza.
Alessandro Cheula
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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