Franco Rolfi, campione a Rischiatutto nel 1970

"Roncadelle, giovedì 8 ottobre, alle ore 21.20 precise sarà in trepidazione per il "Rischiatutto" di uno dei più simpatici abitanti: Franco Rolfi". Recitava così l'articolo del Giornale di Brescia del 7 ottobre 1970, annunciando la presenza al quiz di successo del giovane, che veniva indicato come un "contestatore a modo suo, senza essere capellone beat".
E di seguito la lunga lista di impegni nelle opere caritatevoli della parrocchia in cui già spendeva molte ore, quell'"accanito autodidatta" che sarebbe divenuto in breve il concorrente bresciano più famoso dei telequiz condotti da Mike Bongiorno. Gianfranco, che coltivava il sogno di divenire autore teatrale, ma pure l'ambizione di una laurea in medicina (l'Università di Parma lo iscrisse come matricola onoraria) oggi ha 61 anni, ed è priore della Parrocchia di S. Felice in Piazza a Firenze (settemila fedeli) e docente di "Storia della Chiesa" alla Facoltà di Teologia dell'Italia Centrale.
Al Rischiatutto fu ammesso per rispondere a domande sulla storia della Chiesa. Vinse ben 19 milioni di lire, gran somma specie per lui che a quel tempo era operaio alla "Elettroplastica" di Roncadelle. E somma allora da primato in tv, come pure la sua durata da campione in carica: sette puntate, che lo resero secondo solo alla leggendaria signora Longari.
Si presentò alla trasmissione, dicendosi sagrestano della Parrocchia di S. Bernardino di Roncadelle. In realtà aiutava nei vari servizi in chiesa, perché la Parrocchia non aveva più il sacrista. Ma l'intuito di Mike Bongiorno capì subito che aveva le qualità per diventare un vero personaggio. Quando partecipò alla popolare trasmissione di Bongiorno possedeva solo la licenza elementare. Il padre agricoltore, la mamma casalinga non avevano la possibilità di farlo studiare: in casa c'erano anche due sorelle. Rischiatutto gli cambiò la vita. Smessi i panni del personaggio, Rolfi, frequentando corsi serali, conseguì la licenza media e il diploma di maestro. Nacque poi in lui la vocazione sacerdotale. Entrò nel seminario vescovile di Fermo (Ap), che, per scelta dell'allora vescovo, favoriva le vocazioni adulte. E dopo otto anni dall'esperienza in tv venne ordinato sacerdote, destinazione Firenze.
Don Gianfranco, raggiunto telefonicamente, non fa fatica a rievocare quei tempi lontani: "Rischiatutto è un ricordo che ho messo nel cassetto e tiro fuori solo in poche occasioni, come ora per la scomparsa di Mike Bongiorno, che mi ha colpito molto perché improvvisa. Nei suoi confronti ho debiti di riconoscenza. Ora vivo giorno per giorno pensando al futuro e ai progetti che devo portare avanti come parroco. Domenica ho celebrato una Messa invitando i miei fedeli a pregare per lui: se sono loro parroco, in fondo, è anche per suo merito".
L'allora curato di Roncadelle, don Franco Bettinsoli, ora parroco a Montirone, sostenne il giovane Rolfi in quelle settimane di tensione. "Ero io che l'accompagnavo in auto negli studi televisivi della Fiera di Milano, il martedì per conoscere gli argomenti delle domande, il mercoledì per la registrazione della trasmissione, che andava in onda il giovedì sera. Ricordo che cadde su una domanda di cultura generale sui pugili italiani che avevano vinto il titolo di campioni europei".
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