Fondital, bypassata la crisi

VESTONE
Non è poi andata male. Anzi: a voler essere onesti si ha quasi l'impressione che per il gruppo Fondital la crisi che ha squassato i mercati negli ultimi due anni, sia stata la classica opportunità da cogliere, magari approfittando della debolezza di qualche competitor e mostrando nel concreto di che pasta sono fatti gli imprenditori quando la bufera fischia. E cioè mettere mano alle riserve accantonate negli anni e portare da 40 a 100 milioni il capitale sociale della Raffmetal, la società-raffineria del gruppo con il risultato di portare quasi a zero gli oneri finanziari, che a zero in realtà non sono, ma che, con un saldo di 3,8 milioni, costituiscono uno zerovirgola rispetto ai 584 milioni di ricavi, rispetto ai 15 milioni del saldo finanziario del 2008. Prima lezione dalla crisi: conquistarsi ulteriore autonomia dalle banche. Ma dallo tsunami scatenatosi sui mercati in questi anni, Silvestro Niboli ha imparato anche altro. Ma andiamo con ordine.
Adesso l'inversione c'è
Vediamo qualche voce di bilancio con l'avvertenza che il gruppo non fa un consolidato formale, anche se nell'aggregazione dei bilanci delle varie società si sono depurate le operazioni infragruppo.
Partiamo dal fatturato. Il calo c'è stato ed è evidente: da 860 milioni si è arrivati a 584 milioni: una flessione del 32% che va però interpretata: per il 24% il calo va ascritto alla corrispondente diminuzione delle materie prime, il restante 8% sono volumi (quindi vendite effettive) in meno. Non è un dato particolarmente pesante, anche perché - dice Niboli - i primi mesi del 2010 segnano una doppia inversione di tendenza: con le materie prime in aumento e - soprattutto - con un mercato finale che si sta ridestando.
Investimenti: 100 mln in 2 anni
E a questo mercato - e ai nuovi che si stanno sondando - il Gruppo è in grado di presentarsi con prodotti e processi industriali che hanno alle spalle investimenti colossali: 100 milioni nei soli ultimi due anni. Una mole tale che sta consentendo al gruppo di scalare posizioni nella leadership nell'ultimo settore sul quale si è deciso di investire: quello delle caldaie. Fondital Group è oggi il primo produttore al mondo nei radiatori di alluminio (con la Fondital), primo in Europa nella raffineria di alluminio (con la Raffmetal) ed è diventato in due-tre anni il quinto produttore nazionale (e decimo a livello europeo) come produttore di caldaie.
Fondital, Raffmetal, Valsir
In sintesi gli andamenti delle tre società cui fa capo l'arcipelago del gruppo. Fondital è la società storica. 5 stabilimenti (Vobarno, Vestone, Sabbio), oltre 700 addetti. Leader mondiale nei radiatori in alluminio e aspirante leader nelle caldaie; l'80% dei ricavi all'export. Nel 2009, Fondital ha venduto quasi 100mila caldaie. Buone le prospettive per l'anno in corso. Grandi soddisfazioni e ritorni dal centro analisi e dal laboratorio installati nella nuova struttura produttiva. Si è brevettato un processo per un trattamento anticorrosivo all'interno dei radiatori il che sta aprendo mercati anche in Paesi (Cina, India, Brasile) ad alta crescita, ma con modesta qualità dell'acqua. In Russia, dopo aver acquistato un'area di 20 ettari, dal 2011 si avvierà la realizzazione di un nuovo stabilimento per quel mercato.
La Raffmetal (2 stabilimenti a Casto, uno a Odolo) è la raffineria di alluminio che serve il gruppo e clienti terzi (automotive in particolare). E quest'ultimo settore (in difficoltà nel 2009) sta mostrando vigorosi segni di recupero soprattutto per i marchi di gamma alta che vendono su mercati emergenti; del 30% la quota-export.
La Valsir (4 stabilimenti: Vestone, Casto, Vobarno e Carpeneda di Vobarno; il 70% dei ricavi all'export) opera nel settore idrosanitario (sistemi di scarico, sistemi radianti, cassette di risciacquo wc) forse la più internazionalizzata società del gruppo con stabilimenti e controllate in Portogallo (ad Aveiro dove opera la Oliveria & Irmao) e quindi in Polonia (a Skawina), Russia (a Troizk e Dmitrov), Romania (a Bucarest): stabilimenti dove si producono tubi in polipropilene e polietilene. A chiudere il quadro la Marvon di Vestone che opera nella galvanoplastica.
La caserma Gnutti
Una nota finale, infine, per l'acquisto dell'ex caserma Gnutti, in città, in via Moretto. Circa 7mila mq messi all'asta dal Demanio e pagata 9,1 milioni. Si faranno residenze di pregio. Con i 7 figli di Silvestro Niboli due soci al 15%: il commercialista Arrigo Bandera e Gianfranco Ronchi (della Ri.Pa-pavimenti).
Gianni Bonfadini
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