Cacciamali di Mairano, per l'azienda fallita un 2009 terribile: chiuso con 30 milioni di rosso

Il presente della Cacciamali di Mairano (nella foto lo stabilimento), dichiarata fallita a fine maggio, è il contratto d'affitto di ramo d'azienda sottoscritto dalla Bus Carpenteria e valido fino a marzo 2012. Il futuro è un'incognita, perché la stessa Bus Carpenteria potrebbe acquistare l'impresa al termine dell'affitto, ma non è detto. Il passato è un bilancio 2009 disastroso, chiuso con una perdita di 30 milioni di euro, che ha costretto i responsabili dell'azienda specializzata nella produzione di autobus a scegliere la strada della liquidazione, prima che il Tribunale di Brescia pronunciasse la sentenza di fallimento.
Nel mese di luglio 2009, come si rileva nella relazione sulla gestione allegata al bilancio, la società Irisbus - Iveco non ha rinnovato le commesse previste per la fine del 2009 e per il 2010, prevedendo una possibile ripresa degli ordini solo nel 2011. Inoltre, nel secondo semestre dello scorso anno, sono state completamente bloccate le gare pubbliche. Questa situazione ha portato a un crollo dei ricavi d'esercizio, passati dai 41,3 milioni del 2008 ai 20,3 milioni del 2009, con un calo del 49%. Nello stesso tempo, la svalutazione del magazzino ha inciso negativamente per 9,9 milioni, e il valore della produzione si è quindi attestato a 10,4 milioni di euro, contro i 40,9 milioni del 2008.
La Cacciamali, impresa che occupa 200 addetti, non è tuttavia riuscita a ridurre i costi in proporzione al calo dei ricavi. Complessivamente le uscite 2009 sono state pari a 32,3 milioni (38,1 nel 2008) e la differenza tra valore e costi della produzione è così stata negativa per 21,9 milioni (positiva per 2,7 nel 2008). Gli oneri finanziari hanno inciso negativamente per 1,8 milioni (2 milioni l'anno precedente), mentre le componenti straordinarie nette (-6,9 milioni di euro) sono state generate, si legge nella relazione, «da una contestazione relativa a una cessione di progetti industriali, che ha obbligato a uno storno economico nel corso del 2009». L'ultima riga del bilancio 2009 evidenzia così un passivo di 30,6 milioni, contro l'utile di 12mila euro dell'anno precedente.
Il calo del fatturato, sottolinea sempre nella relazione sulla gestione Sergio Cacciamali, presidente del consiglio di amministrazione, è stato accompagnato da un progressivo irrigidimento del sistema bancario, «che negli ultimi mesi del 2009 è sfociato in un blocco completo degli affidamenti e, in alcuni casi, alla revoca degli stessi». Di fronte all'impossibilità di ripianare la perdita, il cda ha scelto la strada della liquidazione. Il giudice Stefano Rosa ha successivamente dichiarata fallita l'azienda. Ora il curatore Bruno Zubani e le parti coinvolte sono al lavoro per trovare soluzioni di continuità industriale.
g. lo.
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