Bcc Pompiano, territorio stella polare. Raccolta a 1,8 mld. Bene l'utile netto

BRESCIA
Non solo ha bypassato la crisi del 2009, ma ha chiuso l'esercizio come se la crisi non ci fosse. Patrimonio alto, redditività alta, liquidità elevata, rischiosità bassa. Parametri che, tradotti in cifre, significano rispettivamente 300 milioni di patrimonio, 18 milioni di utile netto, 47 milioni di margine di interesse, 0,8% di sofferenze sugli impieghi.
L'assemblea dei soci della Bcc di Pompiano e Franciacorta, convocata ieri pomeriggio nell'aula magna della facoltà di Ingegneria di Brescia, dopo breve dibattito (due interventi, quello elogiativo di Gianfranco Tortella e quello garbatamente critico di Guido Madona, ex dipendente) ha approvato all'unanimità il bilancio 2009, novantesimo esercizio, la ripartizione dell'utile (13 milioni alla riserva ordinaria, 3 milioni ad altre riserve, 500mila euro alla cooperazione ed altri 500mila in beneficenza) e fissato a 600 euro il nuovo valore dell'azione. Per la cronaca, si tratta di una delle prime due-tre Bcc italiane per operatività e redditività.
Girelli confermato presidente
La banca presieduta da Sergio Girelli, riconfermato pressoché all'unanimità dal voto assembleare insieme al consiglio di amministrazione in scadenza, e guidata da Luigi Mensi, che ha puntualmente e puntigliosamente risposto all'intervento di Madona, continua a mantenere la leadership delle piccole banche cooperative italiane.
Le cifre illustrate prima da Girelli, spiegate poi da Mensi e confermate da Andrea Lepidi, presidente del collegio sindacale, sono la riprova di un primato non offuscato dalla crisi. Raccolta complessiva (diretta e indiretta) a 1,8 miliardi rispetto agli 1,6 miliardi del 2008; impieghi alla clientela a 1,7 miliardi, pari al 98% della raccolta; margine di interesse 46,9 milioni ai 51,3 milioni del 2008; margine di intermediazione 59,6 milioni a fronte del 59,3 milioni del 2008. Il valore aggiunto, altro parametro rappresentativo dell'efficienza gestionale, è stato di 47 milioni rispetto ai 51 milioni del 2008. Infine l'utile netto: 18,4 milioni rispetto ai 23,4 milioni dell'esercizio precedente. Ma, se andiamo a vedere i rating sostanziali, vediamo al primo posto 45mila clienti (rapporti con famiglie e imprese), 2.526 soci, 37 comuni con 48 filiali (44 nel 2009 più altre 4 nel 2010), 143 comuni di competenza distribuiti in 4 «sfere di influenza» da Brescia fino a Milano-Brianza.
«Risparmio investito sul territorio»
È il territorio. Non declamato a parole, essendo un termine di moda dopo l'avvento della crisi, ma praticato nei fatti. Girelli ne ha fatto un punto di orgoglio della passata attività e di onore per la prossima. «Abbiamo investito nel territorio tutto il risparmio raccolto - ha detto il presidente - sulla base di due parametri, fiducia nel lavoro altrui e trasparenza del nostro lavoro». Il futuro è buono, secondo Girelli, ma non siamo ancora fuori dal tunnel perché il 2010 è più difficile del 2009. «Risultati così - ha concluso l'imprenditore - non piovono dal cielo né vengono a caso ma grazie all'impegno e alla professionalità di tutto il nostro personale, dal direttore ai dirigenti ai nostri 252 dipendenti». Infine, una precisazione, superflua trattandosi di una Bcc coraggiosa ma non arrischiata: niente titoli tossici, niente speculazione fine a se stessa. Mensi lo ha sintetizzato ponendo una domanda retorica: «Qual è la banca ideale, la grande banca deterritorializzata o la piccola Bcc legata al territorio?».
Alessandro Cheula
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