Abitare in condivisione, con il Cohousing nasce una nuova concezione della casa

In inglese si chiama cohousing ed è il termine con cui si designa una forma di abitare in condivisione. In queste che si chiamano comunità residenziali ci sono degli spazi privati e altri comuni, per esempio la cucina e la zona pranzo. Ma non solo.
UNA CASA IN SOCIETÀ Nate dal desiderio di condividere momenti di socialità e di crescita familiare, sono caratterizzate dalla presenza di ambienti in comune come quelli dove trovarsi a parlare come al bar, o far giocare i bambini di tutti i nuclei famigliari, o vedere un film e discutere insieme. Micronidi per bambini, laboratori fai da te, palestre, ristoranti, stanze per gli ospiti sono alcuni esempi di aree contemplate in un «villaggio» finalizzato al cohousing, che può disporre di nuclei abitativi in vendita o in affitto.
Il tema della sostenibilità è un aspetto fondamentale, al quale si aggiunge il discorso dell'efficienza energetica: vengono condivisi servizi come la lavanderia, l'automobile in car pooling o la coltivazione dell'orto e del giardino.
I progetti più attuali si rifanno ai criteri della bioedilizia e all'utilizzo di energie rinnovabili e materiali da costruzione sostenibili, per quanto riguarda l'energia elettrica, l'acqua, il riscaldamento. Se volete approfondire ulteriormente l'argomento, confrontando anche diverse esperienze sul tema, potete consultare il sito http://cohousing.it.
IN GIRO PER IL MONDO Nel mondo ci sono molte realizzazioni di insediamenti abitativi in cohousing, come ad esempio il Quayside Village nel paese di Lower Lonsdale in Canada. Progettato direttamente da coloro che andarono ad abitarci per la prima volta, nel 1999, il Quayside Village rispecchia criteri di risparmio energetico per gli impianti di gas e acqua e prevede spazi adeguati per il compostaggio (sito http://sites.google.com/site/quaysidevillage).
In California, invece, una vecchia zona che ospitava un mercato è stata ristrutturata e ora accoglie 22 unità abitative che hanno in comune negozi, ristoranti, spazi per gli uffici e addirittura un mercatino settimanale (www.swansway.com).
ESPERIENZE ITALIANE Spostandoci in Italia, si sta costituendo in questi mesi una rete nazionale per il cohousing e l'abitare solidale, alla quale stanno aderendo associazioni provenienti da varie regioni, come si legge sul sito www.cohousingnumerozero.org. A Bologna esiste l'associazione È/Co-housing che, per promuovere questa forma di abitare, ha pubblicato un blog (www.cohousingbologna.org): qui potete trovare notizie non solo sul progetto dell'associazione stessa, ma anche segnalazioni di idee e realizzazioni in altri Comuni d'Italia, europei e di altri Paesi esteri.
Uno dei primi progetti in Italia è forse l'Urban village Bovisa 01, a Milano: una vecchia fabbrica di barattoli trasformata in un complesso residenziale con 32 unità abitative, isolate al alto rendimento e munite di pannelli solari. Giardino di 400 mq, piscina di 12 metri e locali per 140 mq destinati alla vita in comune. Un villaggio comune ma urbano, dove la privacy di ciascuno non va comunque persa.
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