Il tempo passa anche per le stelle

Si è conclusa col botto la settimana della moda di Milano con l’arrivo di Madonna, ospite d’onore di Dolce&Gabbana. La sua presenza per un nanosecondo ha sovrastato le eccellenze e le stravaganze sartoriali e oscurato i nomi di altri personaggi famosi.
È scesa dalla macchina coperta maliziosamente da un velo di pizzo nero portato come un burqa. Sotto le trasparenze si è offerta agli sguardi con una guêpière da cui traboccava il florido seno, fasciata dentro una minigonna inguinale da cui la biancheria si intuiva senza immaginazione. Completavano il look un crocefisso al polso, una minuscola borsetta, una corona in testa (sul tipo di quelle usate per i compleanni) e una vistosa collana simile a quella descritta da Roberto Gervaso nel racconto «La regina, l’alchimista e il cardinale».
Fedele al suo personaggio trasgressivo e ancora molto amata per le sue canzoni, i suoi estimatori da fuori la reclamavano urlando: «Madonna, I love you».
Una scena analoga si era già vista in agosto a Terracina, la cittadina laziale a un tiro di schioppo dal Circeo. Anche in quella circostanza, come si conviene alle vere guest star, la cantante fingendo di voler passare inosservata ha visitato l’antico centro storico e il teatro romano a tarda ora, rigorosamente coperta da foulard, occhiali scuri e soprabito, insensibile incredibilmente alla calura che tramortiva anche i passeri.
In genere le dive si coprono per creare aspettative o forse per non deluderle. Loro, più della maggior parte delle donne (e degli uomini), patiscono la fase naturale del decadimento che di solito coincide con l’allontanamento dalle scene. La vecchiaia rappresenta l’imposta sulla bellezza che si paga alla fine, quando sulla tunica di pelle che ci riveste compaiono i segni striscianti del tempo.
In merito alla vecchiaia Camus scriveva: «La tragedia non è che uno è vecchio, ma che uno è giovane». Infatti, dentro un corpo che cambia la mente continua a guardare attraverso gli occhi della giovinezza oltre il limite fisico delle ossa che scricchiolano o le arterie che si chiudono.
L’unica possibilità per viverla con leggerezza è vedere il bello nel brutto, riconciliandosi con i propri difetti o perlomeno imparare a conviverci. Ognuno ha un suo modo per tenere a distanza la sofferenza, ognuno ha il suo velo che non coprirà mai del tutto quello che è stato ma neppure ciò che diventerà.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
