Al femminile

La fretta dei nativi digitali e le virgole

Spero che nessuno pensi di svecchiare eliminando l’interpunzione, nel migliore dei casi darà solo l’impressione di avere una scarsa cultura
I giovani d'oggi scrivono poco a mano © www.giornaledibrescia.it
I giovani d'oggi scrivono poco a mano © www.giornaledibrescia.it
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I nativi digitali hanno la fretta addosso. Non ti chiedono l’età, se hai vent’anni più di loro ti considerano inesorabilmente vecchio. Quelli della Gen Z intuiscono la canizie dei capelli senza vederli, ti «sgamano» per il modo in cui scrivi sulla carta o attraverso l’utilizzo della punteggiatura nei commenti che lasci sui social.

Viceversa, quelli cresciuti facendo ricerche sui volumi delle enciclopedie adesso hanno la sensazione di appartenere alla generazione di Carlo Codega.

I loro pronipoti trovano i quaderni scritti in bella calligrafia quando liberano le case e sono colti da un moto di tenera ammirazione mentre li buttano nel cassonetto della carta. Molti giovani - sia chiaro, non tutti, perché le generalizzazioni come le bugie hanno le gambe corte - hanno quasi disimparato a scrivere in corsivo senza sapere che questa scrittura favorisce la creatività e migliora le abilità complesse.

Leggono molti articoli sul web ma scrivono poco a mano, servendosi in prevalenza caratteri in stampatello. Quando sono arrabbiati «urlano» facendo uso delle lettere maiuscole e tendono a eliminare la punteggiatura che considerano solo una banale perdita di tempo.

Comunicano velocemente su Messenger, Whatsapp o tramite e-mail scegliendo il font appropriato senza fare troppi sforzi. C’è chi addirittura ricorre a un «corsivo parlato», allungando le vocali e la pronuncia delle parole come ha fatto Elisa Esposito che insegna su YouTube una inutile forma di scrittura verbale analoga alla lingua piccarda del film francese «Giù al nord».

Anche la scrittura ha subìto quella sorta di svalorizzazione che coinvolge tutto ciò che nel tempo viene superato. Quella che colpisce le persone viene chiamata «ageismo» ed è una forma di pregiudizio ed emarginazione collegato al declino fisico che la senilità si porta dietro.

Fino al secolo scorso solo uno screanzato avrebbe osato chiedere a una signora: «Quanti anni ha?», facendo notare che il trucco non nascondeva le rughe. Oggi i ritocchini e le punturine usati senza distinzione da maschi e femmine donano un aspetto giovanile ma ognuno conserva la sua formazione.

Spero che nessuno pensi di svecchiare eliminando l’interpunzione, nel migliore dei casi darà solo l’impressione di avere una scarsa cultura. In modo fatale anche il mio modo di scrivere rivela che ho imparato la grammatica, l’ortografia e la sintassi nella preistoria. Non mi dispiace se punti e virgole risultano un segno di vecchio stile.

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