Al femminile

La cultura del lonfo e la beata semplicità

Le sue parole sono risultate criptiche anche per un gruppo consistente di deputati che le hanno accostate allo scioglilingua del Conte Mascetti
Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli
Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli
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Faccio parte della comitiva di ignoranti che la settimana scorsa ha capito solo a pezzi il discorso del Ministro della Cultura. Ammetto di essermi applicata, ahimè senza successo!

Sono vari i passaggi nei quali ho avuto l’impressione di ascoltare «Il lonfo» di Fosco Maraini (padre della scrittrice Dacia) che ha scritto questa poesia usando parole inventate. Un nonsense in chiave metasemantica che segue le regole grammaticali e trae in inganno imitando i suoni della lingua italiana. Ne riporto il brano iniziale: «Il lonfo non vaterca né gluisce e molto raramente barigatta, ma quando soffia il bego a bisce a bisce sdilenca un poco, e gnagio s’archipatta».

Tornando al Ministro Alessandro Giuli, è noto che la gente mastichi poco il politichese. In questo caso le sue parole sono risultate criptiche anche per un gruppo consistente di deputati che le hanno accostate allo scioglilingua del Conte Mascetti, sebbene il Parlamento non sia il luogo più adatto per organizzare delle «zingarate».
Senza volerlo una parte dei nostri rappresentanti ha implicitamente ammesso di vivere nella beata ignoranza. Il tema della cultura in compenso ha sciolto le briglie dei tuttologi sui social, soprattutto a quelli che litigano con i congiuntivi e buttano l’acca oltre la siepe.

«Dacci oggi il nostro commento quotidiano» è diventato quasi un precetto. Per qualcuno prendere i giudizi degli altri e farli propri ormai costituisce l’unica forma di pensiero. Solo chi parte dal presupposto che non bisogna necessariamente livellarsi verso il basso non diventa un Bastian contrario e sviluppa un senso critico.
Niente è più efficace dell’uso di un linguaggio comprensibile per abbattere le barriere e armonizzare il tessuto sociale. La grammatica della semplicità non è affatto basica, la sua forza è nell’etica dei concetti spiegati senza inutili paroloni.
Lo fece Antonino Zichichi che ieri ha compiuto 94 anni e lo dimostra oggi con grande successo il prof. Schettini con «la Fisica dell’amore». Entrambi, con garbo e semplicità assoluta, hanno spiegato come molto di ciò che ci accade sia legato alla Fisica.
Ho finalmente scoperto che una fetta biscottata non cade per la legge di Murphy dalla parte della marmellata, ma tutto dipende dall’altezza.
Quindi allinearsi verso l’alto è da astuti. In caso di caduta la conoscenza costituisce comunque un buon airbag, fermo restando ciò che già pensava Eraclito: «Avere una grande cultura non significa essere intelligente».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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