Il rispetto è come un abito nero, va bene per tutto

Alcune amiche hanno prenotato in trattoria vicino a piazza Tebaldo Brusato. Mentre piluccano da un tagliere di antipasti l’argomento scivola sui maschi e su quanto sia cambiato il loro modo di corteggiare le donne. Hanno tutte sperimentato quel recente passato quando per conoscere il nome o il numero di una ragazza era quasi un’impresa.

È stato nel periodo delle minigonne che si è alzato il livello della libertà insieme a quello della consapevolezza femminile. Tutti erano più liberi, anche i telefoni servivano per parlare e non per spoilerare togliendo ogni sorpresa.

Il telefono che consentiva l’anonimato fa ricordare a Tiziana il disagio procuratole da uno sconosciuto che la importunava sussurrando all’apparecchio laide scemenze. Solo quando, ormai fuori dai gangheri, gli disse di aver scoperto la sua identità e minacciò di denunciarlo non si fece più sentire. Anche Elena rivela la storia di uno spasimante troppo galante che la chiamava in continuazione e l’aspettava dappertutto. Fino a notte inoltrata faceva la ronda sotto casa e le inviava regali costosi che lei rispediva regolarmente al mittente. L’amico assillante era difficile da allontanare poiché con modi garbati aveva conquistato la fiducia dei suoi genitori i quali, sapendolo colto, ricco e di buona famiglia agevolavano di buon grado la relazione.

L’apice del corteggiamento e il colmo della sopportazione fu raggiunto il giorno in cui uscendo dall’ufficio trovò la sua macchina ricoperta di rose rosse. Ma fu nel momento in cui le scaraventava con veemenza nel bagagliaio che sentì quell’omaggio floreale gradevole quanto una spina sotto le unghie. Quindi, stizzita, riconsegnò le rose Baccarat costate un patrimonio a casa del colloso ammiratore il quale, manco a dirlo, viveva ancora con la madre. Ringraziò e disse che non poteva né voleva accettarle.

Elena adesso sorride sorniona ma sente ancora quelle attenzioni appiccicose come un senso di soffocamento.

Questi comportamenti molesti, che alcune donne gradiscono e altre detestano, venivano indicati dalla Enciclopedia Treccani con il termine «pappagallismo». Di recente l’Accademia della Crusca ha inserito il neologismo «Catcalling» per indicare «molestia sessuale, prevalentemente verbale che avviene in strada».

Oggi un fischio, un commento pesante sul fisico o una suonata di clacson classifica i maschi che ancora si pongono come «I vitelloni». Costoro però dovrebbero sapere che le donne hanno visto altri film e il rispetto, un po’ come l’abito nero, va bene per tutto.