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Green Hill, i giudici: «Erano soppressioni arbitrarie»

Lo scrivono i giudici del Tribunale di Brescia nelle 68 pagine di motivazioni della sentenza di Green Hill
Green Hill, soppressioni arbitrarie per i giudici
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«Le soppressioni appaiono davvero arbitrarie e prive di valida giustificazione ed erano la prassi». Lo scrivono i giudici del Tribunale di Brescia nelle 68 pagine di motivazioni della sentenza di Green Hill con la quale lo scorso 23 gennaio Renzo Graziosi, veterinario dell’allevamento, e Ghislane Rondot, co-gestore di «Green Hill 2001», sono stati condannati a un anno e sei mesi, mentre Roberto Bravi, direttore dell’allevamento, è stato condannato a un anno di reclusione e al risarcimento delle spese.
 
«Le prove dimostrano con assoluta certezza il non uso del preanestetico sugli animali per disposizione della stessa Marshall», scrive il giudice Roberto Gurini.
 
Riguardo all’Asl il giudice definisce «inaffidabili gli accertamenti dei veterinari pubblici e i relativi 67 sopralluoghi». «Gli accertamenti svolti dal Dott. Silini (Asl) sono certamente da escludere tra le fonti degne di credibilità».
 
Per il legale della Lav, l’avvocato Carla Campanaro, «questa sentenza è la dimostrazione di come il maltrattamento, inteso come deprivazione dell’etologia animale, sia penalmente rilevante anche in settori considerati intoccabili fino a ieri come quello della vivisezione: in altri termini, non ci sono "zone franche" per il rispetto dell’etologia animale, neppure in ambiti come la sperimentazione e l’allevamento, né interessi economici che siano in qualche modo legittimati a creare eto-anomalie».

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