L'ombra del Bigio verso la Loggia

La petizione di Anpi e Fiamme Verdi contro il ripristino in Consiglio ad aprile, ma a marzo il Bigio potrebbe già essere in piazza
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Prima di tornare in piazza della Vittoria il Bigio potrebbe arrivare a Palazzo Loggia. Ma non è detto: i lavori sulla statua e in piazza procedono, e non dovrebbero andare troppo oltre il previsto termine del mese di marzo.

Per l'appuntamento in Loggia si parla invece del 5 aprile, a fronte della decisione con la quale si è conclusa mercoledì la riunione congiunta delle commissioni Lavori pubblici e Cultura alla presenza dell'assessore Andrea Arcai: la petizione che chiede di non ricollocare la statua nella piazza cittadina, presentata dall'Associazione nazionale partigiani d'Italia e dall'associazione Fiamme Verdi e discussa dalle due commissioni, sarà inserita nell'ordine del giorno della riunione congiunta in programma martedì prossimo, 26 marzo; in quella occasione sarà elaborata la relazione da sottoporre al primo Consiglio in calendario.

Si tratta di una decisione non banale, con la quale i presidenti delle due commissioni, Pierraul Francesconi e Andrea Ghezzi, hanno risposto a Claudio Bragaglio che chiedeva di accelerare i tempi, approvando già un documento che si limitasse a trasmettere la petizione al Consiglio comunale. Una richiesta motivata dalla possibilità che la petizione sia rimandata in commissione da un Consiglio in scadenza. Con la soluzione di Francesconi e Ghezzi si dovrebbe rimanere entro i tempi a disposizione, ma è anche vero che all'inizio di aprile il Bigio potrebbe già essere tornato in piazza della Vittoria.

Intanto, la discussione infiamma la sala Appalti di via Marconi. A presentare la petizione è Marco Fenaroli che, prima di candidarsi a sindaco di Brescia, era presidente dell'Anpi. Accanto a lui il nuovo presidente Giulio Ghidotti. «Chiediamo semplicemente che la statua non sia rimessa in piedi», esordisce Fenaroli, ricordando che il monumento - noto ai bresciani come «Bigio» - era stato in realtà denominata «L'era fascista» su indicazione data da Mussolini dopo l'inaugurazione di piazza Vittoria, che «all'epoca si chiamava piazza della Vittoria e della rivoluzione fascista». Nell'immediato Anpi e Fiamme Verdi propongono «una pausa di riflessione che tenga conto del fatto che questa statua è un simbolo di divisione».
Ma Arcai non ci sta, e ricorda di quando negli anni Ottanta l'allora assessore all'Urbanistica Innocenzo Gorlani fece progettare la riqualificazione di quattro piazze, tra le quali piazza della Vittoria dove l'architetto incaricato immaginò proprio di ricollocare il Bigio. «Non c'è alcuna nostalgia - dichiara Arcai -; piuttosto quando nel 2007 ho visto la statua nel magazzino di via Rose di Sotto mi sono chiesto se fosse giusto che si trovasse in quello stato di abbandono».

Il dibattito si accende innanzitutto sul fatto che la statua abbia un significato simbolico, ovvero ideologico: lo affermano Donatella Albini di Sel e tutti i rappresentanti del Pd con il capogruppo Emilio Del Bono, chiedendo a più riprese «perché l'Amministrazione comunale voglia ripristinare il Bigio»; lo negano Elena Bonometti della Lega Nord («il monumento non rappresenta un fascio littorio né una croce uncinata, ma un ragazzo») e Roberto Toffoli del Pdl, secondo cui «l'unico significato è la volontà di recuperare un'opera d'arte».

Ma l'atmosfera si scalda in particolare quando Del Bono parla di «opacità dell'uso delle risorse pubbliche: ho chiesto più volte di sapere quanto è stato speso per il ripristino del Bigio, ma ho ricevuto soltanto il dato complessivo sulla riqualificazione della piazza (cinque milioni di euro), realizzata da Brescia Mobilità nell'ambito delle opere complementari della stazione Vittoria della metropolitana». La cifra che gira tra i consiglieri è di 460mila euro. Una cifra che, continua il capogruppo del Pd, autorizza a interrogare l'Amministrazione comunale sulle ragioni dell'operazione. «La delibera di Giunta che, nell'agosto del 2012, prevedeva una prima parte di risorse per ricollocare il Bigio in piazza della Vittoria (150 mila euro) non lo spiega - dicono Del Bono e Federico Manzoni - così come è mancato qualsiasi confronto sulla riqualificazione della piazza. Che, tra Bigio e grate, sarà tutt'altro che uno spazio fruibile».


Francesca Sandrini

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