Delitto Da Frank, la moglie di Singh: «Mio marito è innocente»

Il cittadino indiano avrebbe fornito ad Adnan e Sarbjit l'arma utilizzata per uccidere i Seramondi
Il fucile a canne mozze utilizzato per il duplice omicidio
Il fucile a canne mozze utilizzato per il duplice omicidio
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«Mio marito non ha fatto nulla e io non ho mai visto armi». A parlare è la moglie di Santokh Singh, per tutti Wiki, il cittadino indiano residente a Mairano arrestato mercoledì assieme a Gurgjit Singh, connazionale di casa invece a Robecco d’Oglio, nel Cremonese.

Per gli inquirenti sono i complici di Muhammad Adnan e Sarbjit Singh, i due assassini dei coniugi Seramondi. Pesanti le accuse nei confronti dell’indiano 43enne di casa a Mairano, che è indagato per concorso nel duplice omicidio, per aver partecipato all’organizzazione dell’agguato e per aver fornito il fucile a canne mozze usato la mattina dell’11 agosto all’interno della pizzeria Da Frank.

Gli investigatori sono sicuri: la notte prima dell’efferato omicidio gli assassini hanno dormito a casa dell’indiano, ex proprietario di una kebabberia ad Azzano Mella. Ma la moglie dell’uomo nega: «Sarbjit - uno dei due killer - è stato da noi per tre mesi, ma è andato via a metà maggio», giura. E non sarebbe più tornato. 

Meno pesanti le accuse nei confronti del cittadino indiano arrestato nel cremonese. Gurgjit Singh, 29 anni, avrebbe materialmente acquistato il fucile a canne mozze poi rivenduto al Singh bresciano, che a sua volta lo ha passato ai killer. L’arma è uscita da un negozio di generi alimentari nel Cremonese.

Ora i due arrestati sono rinchiusi nel carcere di Bergamo, lontani dai due assassini dei Seramondi, detenuti invece a Canton Mombello. In attesa dell’interrogatorio davanti al Gip Carlo Bianchetti, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei complici dei killer della Mandolossa.

 

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