Assessore e responsabile all'area urbanistica di Castel Mella in manette per corruzione

Un'indagine del nucleo investigativo dei carabinieri di Brescia ha portato all'arresto di quattro persone.
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Un'indagine del nucleo investigativo dei carabinieri di Brescia, denominata "Easy Ground", ha portato all'arresto di quattro persone con l'accusa di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Le manette sono scattate tra gli altri per l'assessore all'urbanistica di Castel Mella e per quello ai lavori pubblici di Rodengo Saiano, coinvolto però nell'indagine in qualità di responsabile dell'area urbanistica-edilizia privata dell'ufficio tecnico di Castel Mella.

I due assessori sono Mauro Galeazzi, 48 anni, assessore all'urbanistica, commercio e personale di Castel Mella e Marco Rigosa, 45 anni, responsabile dell'area urbanistica-edilizia privata dell'ufficio tecnico di Castel Mella, nonché assessore ai lavori pubblici di Rodengo Saiano. I due assessori, entrambi in giunte di centrodestra, sono della Lega Nord che nel pomeriggio ha deciso di sospenderli.

Oltre a loro sono stati arrestati un geometra sempre di Rodengo Saiano, Andrea Piva di 36 anni, e un imprenditore di origini calabresi ma residente a Lumezzane, Antonio Tassone di 68 anni.

I provvedimenti di custodia cautelare in carcere sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Brescia Cesare Bonamartini su richesta del sostituto procuratore Silvia Bonardi, al termine di indagini condotte negli ultimi mesi dal nucleo operativo dei carabinieri.

E’ stato accertato che Antonio Tassone, impegnato nella realizzazione di un centro commerciale a Castel Mella, intratteneva tramite il geometra Piva “illeciti” rapporti con l'amministrazione comunale e in particolare con il Responsabile dell’ufficio tecnico Rigosa, nonché con l’assessore Galeazzi.

In particolare  veniva ricercato un accordo per l’approvazione del citato progetto edilizio, da realizzarsi su di un terreno sottoposto a vincolo paesaggistico-ambientale, che l’imprenditore aveva già opzionato mediante stesura di un contratto preliminare.

Per rendere più celere e sicuro l’iter di approvazione del piano urbanistico, ammorbidendo i controlli in primis della commissione paesaggistica e perché poi non vi fossero intoppi per ottenere il necessario nulla osta paesaggistico della Soprintendenza ai beni ambientali di Brescia, Tassone pattuiva per l’intera operazione il versamento di 22 mila euro, dei quali 12 mila pagati a favore della società di Piva e diecimila, versati in contanti, dallo stesso imprenditore a Piva e da questi consegnati a Rigosa, che successivamente ne versava una parte all’assessore Galeazzi.

All'ndagine si è arrivati dopo che l'utenza telefonica dell'impreditore lumezzanese era stata messa sotto controllo a gennaio, a seguito di un incendio di origini dolose nel capannone del Tassone. Da lì si è poi scoperto il giro di tangenti.

Nel pomeriggio intanto i due asessori sono stati sospesi dalla Lega Nord.  A renderlo noto la segreteria provinciale del ’Carroccio'. "I due amministratori - spiega il segretario provinciale di Brescia Stefano Borghesi - sono sospesi dal movimento; abbiamo piena fiducia nella magistratura e ci auguriamo che la vicenda possa essere chiarita nel più
breve tempo possibile".

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