Prostituzione nei parcheggi, «i minori non mentivano sull'età»

Secondo il gip i clienti erano a conoscenza del fatto che i ragazzi che si prostituivano fossero minorenni
AGLI ATTI SMS E FOTO
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«Gli incontri di prostituzione omosessuale si realizzavano numerosissimi presso i parcheggi di centri commerciali di Seriate, e anche in una zona cimiteriale, sempre in provincia di Bergamo». 

È quanto hanno spiegato i carabinieri di Brescia illustrando i dettagli dell’inchiesta su pedofilia e prostituzione minorile che ha portato all’arresto di undici persone.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, sono partite dalla denuncia di una mamma preoccupata per i messaggi trovati sul telefonino del figlio sedicenne.

Tra gli arrestati c’è anche c'è anche Claudio Tonoli, il 56enne arrestato già nelle scorse settimane dalla Polizia locale di Montichiari perché affetto da Hiv chiedeva di consumare rapporti sessuali non protetti. 

Oltre a lui sono finiti ai domiciliari tra gli altri un agente della Polizia locale, un allenatore di una squadra di calcio e un sacerdote, don Diego Rota: il 46enne prestava servizio a Solza, nella Begamasca, ed è stato sospeso dalla Curia.

Al prete, che si presentava come «Marco», vengono contestati tre episodi. 

Il primo incontro con i ragazzini è avvenuto nel cimitero di Seriate, nella Bergamasca. Il sacerdote, lo scorso 10 settembre, a due giovani aveva regalato anche altrettanti telefoni cellulari che costavano complessivamente 399 euro. 
Nel corso di uno scambio di sms intercettato un minore chiede al sacerdote: «Ma quante volte lo dobbiamo ancora fare gratis?». Don Diego Rota risponde: «Abbiamo appena cominciato, ce ne hai per 15 volte su 20 pattuite. Se fai meglio e se non mi bidoni sempre potrei scontarne qualcuna».

Sempre secondo quanto si legge l'ordinanza di custodia cautelare, l'intenzione dei ragazzi che si prostituivano «era quella di guadagnare soldi con i gay».

«La loro idea originaria era quella di incontrare i soggetti, di chiedere il pagamento anticipato della prestazione
sessuale per poi scappare. Se il cliente non accettava la condizione del pagamento anticipato l'incontro saltava», si legge nel documento

«Ai propri interlocutori non mentivano mai sulla loro reale età, del resto direttamente percepibile al momento degli incontri» scrive il Gip Alessandra Sabatucci.

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