Baby squillo per pochi spiccioli, blitz della Provinciale

Giro di prostituzione minorile scoperto dalla Polizia Provinciale: ragazzine si concedevano per pochi euro, un indagato
STOP AL GIRO DI PROSTITUZIONE MINORILE NEI PARCHEGGI DEI CENTRI COMMERCIALI
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Baby squillo per pochi spiccioli. Quelli per uscire a cena con gli amici o concedersi qualche svago. E’ l’ennesima storia choc quella che è emersa da un’indagine della Polizia Provinciale, avviata la scorsa primavera e che ha portato alla luce un giro di prostituzione minorile. Al centro 5 ragazzine tra i 15 e i 17 anni, compagne di scuola, che contattavano i clienti via social network per incontrarli nei parcheggi o nei pressi di centri commerciali.

“Dalla denuncia di una mamma che vedeva la ragazza uscire di casa la mattina presto e rincasare a notte, talvolta accompagnata da adulti sconosciuti, ha preso il via la nostra indagine” spiega il commissario Fabio Peluso che coordinata l’attività della polizia giudiziaria e ambientale della Polizia Provinciale. “Attraverso accertamenti abbiamo scoperto che la ragazzina si prostituiva e che come lei altre sue amiche e coetanee”.

La ragazzina ha consentito agli agenti di ricostruire uno scenario inatteso. Hanno negato invece le amiche. Ma le parole della 15enne sono bastate per risalire ad uno dei clienti, un 45enne della città ora indagato per violenza su minore e immissione di farmaci in commercio senza la prescritta autorizzazione. A casa dell'uomo, infatti, è stato trovato un inconsueto repertorio di materiale – tra farmaci, stimolanti sessuali e preservativi -, che si presume rivendesse fuori dalle discoteche, in una sorta di kit.

Da chiarire quale scenario vi fosse sullo sfondo, se insomma qualcuno coordinasse la loro attività. Certo, a pochi giorni dalla triste storia di prostituzione minorile con minaccia di HIV portata alla luce dalla Polizia Locale di Montichiari, ecco emersa un’altra preoccupante vicenda di degrado morale: in cui ad alcune adolescenti non risultava anomalo prostituirsi per pochi euro (30-40 secondo la ricostruzione della Provinciale), persino a scuola tra coetanei: tanto che i bagni dell’istituto frequentato dalle ragazze coinvolte venivano presidiati dai bidelli per scongiurare episodi equivoci.

 

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