L'acqua del Garza continua a riempirsi di schiuma

All’origine ci sarebbero scarichi domestici non ancora censiti: il Comune di Nave vuole vederci chiaro
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Sono pause sempre più brevi e ravvicinate quelle che intercorrono tra una «schiumata bianca» e l’altra: da una settimana a questa parte l’acqua del Garza è tornata di nuovo a tingersi di bianco. Un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti a Nave così come a Caino, specialmente nei tratti in cui il fiume compie dei saltelli come accade per le cascatelle visibili dal ponte di Muratello.

In questi giorni sono state diverse le fotografie di denuncia postate dai cittadini sulla pagina Facebook «Sei di Nave se». Qualcuno è anche andato a chiedere spiegazioni in municipio. L’inquietante spettacolo va avanti ormai da diversi giorni, ma il Comune di Nave non è ancora riuscito a individuare la provenienza della schiuma biancastra. Tanto che ora, per mettere un freno a quella che è ormai diventata un’emergenza, ha deciso di chiedere aiuto: «La situazione è evidentemente peggiorata - ammette l’assessore alla Protezione civile e ai Lavori pubblici, Carlo Ramazzini -, quindi abbiamo richiesto l’intervento diretto di Arpa che dovrebbe uscire a giorni».

Inizialmente si era ipotizzato che all’origine della patina ci fosse il guasto verificatosi venerdì scorso a uno degli invasi della rete fognaria di Caino: anziché finire nel depuratore di Bagnolo i reflui sono andati a riversarsi direttamente nel Garza. «Ci siamo accorti dell’incidente quasi subito perché la cartiera di Nave utilizza dei sensori molto sofisticati che hanno rilevato quasi in tempo reale la presenza di agenti estranei nelle acque del torrente - spiega il sindaco di Caino, Cesare Sambrici -, quindi abbiamo avvertito i tecnici di Asvt che nei giorni scorsi sono intervenuti».

Successivamente, però, la superficie del fiume ha però continuato a presentare i segni dell’inquinamento, all’apparenza del tutto simili a quelli che si sono verificati negli scorsi mesi, in alcuni casi con morie di pesci annesse.

«Le analisi eseguite durante gli episodi precedenti avevano rilevato la presenza di tensioattivi nell’acqua - afferma Ramazzini -, ovvero di sostanze che si trovano anche nei comuni detersivi per uso domestico: può capitare che si accumulino negli sghiaiatori e finiscano nel Garza». Un’altra ipotesi possibile è che sul territorio ci siano ancora degli scarichi domestici non censiti. Per avere risposte più precise occorre però attendere l’Arpa».

 

 

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