Da 100 a 36 milioni: il depuratore «ora è sostenibile»

Il progetto definitivo del depuratore della Valtrompia non prevede più l'interramento totale dell'impianto
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Da cento a trentasei. Una decelerazione in milioni di euro che mette il turbo al depuratore di Valtrompia. Il quale, grazie a questo «sconto» rispetto alle previsioni iniziali, passa da grande sogno a progetto possibile. E, soprattutto, realizzabile a breve.

La conferma arriva da Massimo Ottelli, presidente della Comunità montana triumplina: «Lo scorso dicembre - rivela Ottelli - abbiamo presentato il progetto definitivo all’ufficio d’Ambito, anche nell’ottica di rimodulare il piano degli investimenti. Ora l’opera è davvero sostenibile».

Cosa è cambiato? Il primo aspetto che salta all’occhio, manco a dirlo, è quello economico. Un «prezzo di saldo» (si fa per dire) che Ottelli spiega così: «Dopo la stesura del progetto preliminare, abbiamo continuato a lavorare per migliorare i vari aspetti dell’opera, il tutto grazie all’impegno dei tecnici della Comunità montana e di Asvt (Azienda Servizi Valtrompia, ndr). Così, tra migliorie tecniche e il contributo delle nuove tecnologie sviluppate negli anni, si è riusciti a definire un progetto più snello ed economico. Il depuratore, che sorgerà sempre a Concesio, in località Dosso Boscone, avrà costi ridotti rispetto ai 100 milioni inizialmente preventivati. Ma c’è dell’altro: il primo lotto verrà a costarne circa 27. Credo sia plausibile pensare che lo si possa realizzare anche in regime di salvaguardia».

L’ultima sottolineatura del presidente merita un piccolo «ripasso». Il ciclo idrico in Valtrompia è gestito da Asvt, società partecipata al 51% dai Comuni valligiani e al 49% da A2A. Una situazione che impedisce al territorio triumplino di entrare nel gestore unico provinciale (di cui oggi sarà votato lo statuto) fino a quando non sarà possibile accogliervi anche un socio privato.

In questo senso il pallino degli oneri per il depuratore potrebbe passare proprio ad A2A: «Faremo un bando in assoluta trasparenza - specifica Ottelli -, ma credo che A2A potrebbe essere interessata a farsi carico dell’intervento. Anche perché, qualora in futuro non dovesse più gestire il ciclo idrico valligiano, chi subentrerà dovrebbe ripagarla degli investimenti effettuati».

L’impianto non sarà più interamente «scavato nella roccia», ma sarà un semi ipogeo ed è progettato per depurare i reflui di 138mila abitanti equivalenti, con un po’ di margine per il futuro: «Lo abbiamo definito in accordo con i Pgt di tutti i Comuni - conclude il presidente -, contemplando anche i siti industriali». 

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