A -2.080 metri con Rivadossi

Il 42enne di Nave è tra i più preparati speleologi del mondo, ma la sua attività sportiva spazia dal torrentismo all'alpinismo
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È tra i più preparati speleologi del mondo ma la sua attività sportiva spazia, con altrettanta esperienza e rilevanza di risultati, anche nella pratica del torrentismo e dell'alpinismo nelle sue diverse forme di espressione.

Parliamo di Matteo Rivadossi, 42 anni, residente a Nave con Sonia e i figli Luna e Nadir, progettista di attrezzi tecnici per gli sport della montagna.
I primi approcci a quello che inaspettatamente sarebbe diventato un orizzonte esplorativo di vastità planetaria li sviluppa, come spesso accade, tra i boschi e le rocce di casa. Ha undici anni quando si cala a braccia con una corda nei legòndoi (pozzi naturali) delle montagne della valle del Garza, tredici quando inizia ad arrampicare slegato sulla parete della Corna di Nave. A quindici anni questi approcci entusiastici, ma non privi di rischi, vengono condotti all'esercizio di una pratica consapevole dalla guida alpina Severangelo Battaini che, su richiesta di un papà preoccupato, porta il giovane Matteo per quindici giorni su cime e pareti delle Dolomiti di Brenta, dove gli vengono insegnate tecniche e manovre alpinistiche di cui saprà far tesoro.

Quelle due settimane segnano l'esplodere incontenibile di una passione: la montagna diventa uno spazio da frequentare utilizzando approcci diversi, ma che privilegiano quasi subito l'esplorazione, l'ignoto da scoprire. Il primo amore, mai tradito, è quello per la speleologia, nel quale Rivadossi (attuale presidente del Gruppo Grotte Brescia «Corrado Allegretti», www.ggb.it) diventa in breve prima uno dei protagonisti della scena esplorativa italiana, poi partecipa e organizza spedizioni in Europa, Messico, Sud-Est asiatico e Africa, totalizzando, tra i pochissimi speleologi al mondo, oltre 250 chilometri di nuove esplorazioni e vari primati mondiali. Tra questi la discesa del pozzo unico più profondo del mondo in Slovenia nel 1996 (Vertiglavica, -643 metri) e la prima ripetizione della grotta più profonda del mondo (Krubera, -2080 metri) in Abcasia nel 2005.

Non mancano alcune difficili e veloci solitarie, tra le quali nel 2001 la prima integrale della Spluga della Preta in Veneto (900 metri di pozzi attrezzati e poi disattrezzati con sottili cordini da soli 5mm in 21 ore), e nel 1994 quella della grotta Olivifer in Toscana (4600m di dislivello, il maggiore al mondo, in 17 ore). Dalla speleologia al torrentismo (la discesa dei canyon) il passo è breve, e Rivadossi lo compie quando questa disciplina è appena nata. L'impronta che conferisce a quest'attività è ancora una volta innovativa, impreziosita dallo sviluppo di nuovi attrezzi, definita dalla cura dell'allenamento per ottenere maggiore sicurezza, caratterizzata dallo sviluppo di una progressione dinamica che abbina alle tecniche di corda anche l'arrampicata in discesa e tuffi da grande altezza (32 metri il suo record personale).

Anche in questo campo consegue grandi risultati: prime discese di canyon in Italia e nel mondo, solitarie, concatenamenti. Impressionante quello realizzato nel 2008 ripetendo i 4 canyon più belli e difficili del Canton Ticino in sole 6 h e 23. Per chi desidera saperne di più, e prendere contatto con gli affascinanti mondi creati dall'acqua vissuti da Rivadossi, c'è il sito: www.odisseanaturavventura.it

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