Cultura

«Basta la salute!»: il caso Caffaro a teatro

Il caso che ha segnato la situazione ambientale a Brescia e la salute dei suoi abitanti in scena a teatro da martedì 26 aprile
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Basterebbe la salute, secondo un antico detto, ma proprio la salute è messa a rischio nel territorio devastato da decenni di velenose emissioni. La frase, captata a sorpresa nelle interviste agli abitanti dell’area Caffaro, contaminata da pcb, diventa il titolo di uno spettacolo: «Basta la salute! Il caso Caffaro».

Per la prima volta il tema arriva in teatro, a 15 anni dalla prima denuncia giornalistica del caso, ed è per contrastare «una diffusa rimozione» che Teatro Laboratorio lo propone nello Spazio Aità. Testo di Pietro Mazzoldi interpretato da Sergio Mascherpa, regia di Fabio Maccarinelli, a chiusura di «Pressione Bassa».

La dispersione di 150 tonnellate di policlorobifenile è continuata per mezzo secolo, al ritmo di 10 chili al giorno - affermano gli organizzatori -, mentre la sua tossicità per l’uomo si calcola nell’ordine di nanogrammi. La produzione del Pcb è oggi vietata in tutto il mondo, ma il veleno rimane, diffuso all’interno del Sito di interesse nazionale Caffaro, e non solo.

Il teatro avverte «il dovere etico di parlarne, per sollecitare una consapevolezza che a Brescia sembra mancare», spiegano gli artisti, preannunciando dati scientifici, documentazione rigorosa e una trattazione giocata sull’ironia.

Il personaggio in scena si fa portavoce di domande che riguardano tutti, su una vicenda che intreccia «sopraffazioni, omertà e aspetti grotteschi» e diventa emblematica di tanti altri casi in Italia.

Nelle intenzioni c’è una ripresa dello spettacolo in autunno, per portarlo anche fuori Brescia.

Nella sala di contrada delle Bassiche 27/b, «Basta la salute! Il caso Caffaro» debutta martedì 26 aprile alle 21 con repliche fino al 30. All’iniziativa partecipa il settore Ambiente della Camera del lavoro. 

Biglietto 7 euro, prenotazione consigliata: tel. 030.302696. Informazioni su www.teatrolaboratoriobrescia.net

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