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Violenze a Siena, l'autodenuncia del capo ultras

Dopo gli incidenti a Siena ci sono due denunce e Daspo in arrivo, ma anche l'autodenuncia del capo ultras con tanto di scuse.
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Le scene di violenza viste sabato a Siena prima del match tra i padroni di casa e il Brescia, stanno portando ai primi inevitabili provvedimenti. Due tifosi infatti sono stati identificati dalle vittime e quindi denunciati: per loro scatterà il Daspo, il divieto di accesso alle manifestazioni sportive, che può andare da uno a cinque anni. La questura di Siena, competente per quanto accaduto, sta valutando come procedere.

La denuncia ai due ultras biancazzurri è per lesioni e porto abusivo di armi e oggetti atti ad offendere; nello specifico si tratta di un manganello telescopico, trovato sul pullman dei supporters del Brescia e tra l’altro consegnato spontaneamente.

Si fa anche più chiaro il quadro di quanto accaduto fuori dallo stadio Franchi: poco dopo le 14, un pullman di ultras delle rondinelle è arrivato nelle vicinanze dello stadio. A circa un centinaio di metri dall’ingresso del settore ospiti c’è il «Prosperino Cafè», bar con una terrazza che dà su Siena e per questo frequentato pure da turisti. Per cause ancora al vaglio della questura di Siena, è nata una discussione tra un gruppetto di tifosi del Brescia e alcuni avventori del bar. Dalle parole si è arrivati (purtroppo) molto presto ai fatti. Prima qualche auto parcheggiata sulla strada vicino al bar viene danneggiata, poi l’aggressione a due fidanzatini greci di sedici anni, in vacanza in Italia. Il ragazzo viene ferito ad un occhio, portato in ospedale e quindi dimesso con una prognosi di sette giorni. L’attenzione si sposta quindi su un gruppo di ragazzi, sempre minorenni, di Bari, in gita a Siena. Fino all’intervento delle forze dell’ordine.

Episodi brutti, che fanno seguito a quelli che hanno visto protagonisti nella nostra città i tifosi dello Spezia 10 giorni fa; la Digos di Brescia e della città ligure stanno proseguendo il lavoro per identificare tutti i responsabili di fede bianconera.

Intanto sulla sua pagina Facebook, è arrivata questa mattina una vera e propria autodenuncia da parte del leader della Curva Nord, Enzo Ghidesi, con un post che successivamente è stato cancellato, nel quale ha detto di essersi accorto del grave errore e ha quindi chiesto scusa a tutti, "specialmente al ragazzo e alla sua famiglia... pagherò come è giusto che sia... non sono fiero di ciò che ho fatto...anzi...ma ho sbagliato in buona fede lo giuro....".

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