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Scalvi I, II e III: quando l'ovale è un affare di famiglia

I tre fratelli di Rovato di 23, 21 e 18 anni giocano rispettivamente a Viadana, Colorno e in Inghilterra
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Fratelli sportivi e vincenti. L’ispirazione che arriva dal maggiore, la passione che si trasmette in famiglia. Succede poi di superare il risultato ottenuto dal fratello più grande qualche anno prima, così come di ritrovarsi avversari nello stesso terreno di gioco. È la storia dei fratelli Scalvi da Rovato: Giovanni, Filippo e Edoardo. La loro religione è il rugby, il canale di comunicazione la palla ovale.

Giovanni Scalvi I, tallonatore. La «malattia» nasce lontanamente dal primo, Giovanni, che a 9 anni si avvicina allo sport per curiosità: «Avevo provato a giocare a calcio e a pallamano ma cercavo qualcosa di diverso, così ho trovato il rugby nella squadra del mio paese» racconta. 
Giovanni da quel giorno non si è più fermato. Ha completato la trafila nel Rovato, prima di passare al GranDucato Parma dove giovanissimo ha debuttato in Eccellenza. «Devo molto al Rovato, mi ha fatto crescere e amare questo sport» ammette. Giovanni, oggi 23 enne, è tallonatore del Viadana, dopo aver militato con i Diavoli di Reggio. Proprio in Emilia ha trovato nel fratello minore Filippo, un prezioso compagno e punto di riferimento. «Mi piacerebbe molto tornare a giocare con lui un domani» commenta. 

Filippo Scalvi II, flanker. Anche Filippo ha mosso i primi passi a Rovato ed è rimasto sino all’Under 16. Ventun anni, flanker molto forte fisicamente, successivamente si è spostato nell’Accademia zonale di Parma dove ha conquistato due campionati nazionali con le Under 18 e 20. Nel corso della sua ricca e fortunata trafila giovanile, come il maggiore Giovanni, è entrato nel giro della Nazionale, disputando il Sei Nazioni Under 20 e il mondiale riservato ai pari di categoria in Nuova Zelanda. Il debutto con i «grandi» è poi avvenuto in Eccellenza con il Reggio, dove è rimasto due stagioni. «Avremmo dovuto andare entrambi a giocare a Viadana, ma per motivi di studio (frequenta Medicina e Chirurgia), ho preferito rinunciare». Filippo si è quindi accasato a Colorno nel gennaio 2015 in Serie A. 

«È un ottimo ambiente, fatto di tanta tradizione e noi lavoriamo per conquistare la promozione in Eccellenza» spiega. Colorno infatti, già avversaria del Lumezzane, è una squadra molto preparata dal punto di vista tecnico, elemento che la rende la più papabile candidata al salto di categoria. 
Edoardo Scalvi III, utility back. Due coincidenze cominciano a essere una notizia, tre qualcosa di più. Il più giovane dei fratelli Scalvi si chiama Edoardo, ha 18 anni e vive in Inghilterra, vicino a Shrewsbury. Segni particolari? Rugbista, come gli altri del resto. Cresciuto anche lui nella Cantera del Rovato, nota da sempre per essere fucina di talenti. Ben presto ha dimostrato che con l’ovale ci sapeva fare. Così dopo 10 anni nella squadra franciacortina è passato all’Accademia di Remedello, prima indossare la divisa giallonera del Calvisano.

«I miei fratelli mi hanno fatto da apripista» commenta. Lo scorso anno per motivi di studio si è trasferito in Inghilterra, dove ha iniziato a giocare nell’Ellesmere College. «L’esperienza inglese mi è piaciuta talmente tanto che mi hanno chiesto di rimanere e io ho accettato» aggiunge. Edoardo, che di ruolo gioca utility back, oggi è vice capitano della squadra che disputa un campionato speciale riservato ai college di tutto il Regno Unito. Dotato di ottime attitudini, in dicembre è stato chiamato da Alessandro Troncon, coach dell’Under 20 per allenarsi in preparazione al Sei Nazioni di categoria. È vero: il rugby scorre nel sangue di chi lo pratica e si tramanda in famiglia. 

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