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Rugby Brescia: fusione o possibile addio

La società cittadina di serie A versa in pessime condizioni economiche e servono 300mila euro per lo stadio.
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Il Rugby Brescia chiama e Lumezzane potrebbe rispondere. O, almeno, così si vocifera nei corridoi di via della Maggia e sugli spalti del «Rossaghe» di Lumezzane.
Secondo i più recenti gossip, le grosse difficoltà economiche e di gestione dell'impianto sportivo di San Polo avrebbero reso necessario che il Rugby Brescia cedesse i diritti a partecipare alla serie A. Un titolo sportivo che potrebbe suscitare l'interesse di diverse società del circondario, tra le quali spicca, appunto, Lumezzane.
Nessuna conferma arriva dai vertici del club di via della Maggia, ma la crisi economica, strutturale ed organizzativa che ha investito la storica squadra cittadina (ma è un problema che riguarda lo sport in generale) è sotto gli occhi di tutti. Tant'è che per sabato è stata indetta una riunione tra ex giocatori, tecnici e dirigenti biancoazzurri per raccogliere idee e provare ad evitare che la prima società di rugby della città arrivi al capolinea.

Infatti, oltre che con una difficile situazione economica, il gruppo dirigente biancoazzurro si trova a dover fare i conti con il rinnovo della concessione comunale per l'utilizzo del campo «Invernici», in stato di avanzato degrado. Per godere ancora dell'impianto, peraltro intitolato a uno dei fondatori del club cittadino, il Rugby Brescia si deve accollare le spese di ristrutturazione, che ammontano a circa 300mila euro. Una somma già di per sé elevata, che diventa insostenibile per una società costretta a tirare la cinghia. E mentre il presidente del Banco, Remo Pola, pare intenzionato a non lasciare la guida del club, potrebbe esserci qualcun altro che si guarda intorno alla ricerca di altre e nuove soluzioni.

Una di queste è, appunto, la cessione del titolo. In un altro modo non si spiegherebbero le chiacchiere arrivate anche alle orecchie di uno dei possibili acquirenti, Ottorino Bugatti.
Il numero uno del Lumezzane (società nella quale dall'inizio della stagione sono migrati quasi una decina di giocatori biancoazzurri) potrebbe così mettere mano al portafogli e far traghettare i valgobbini dal campionato di serie C Élite direttamente in serie A.
Un'idea che fa certamente gola a Bugatti, ma che trova degli ostacoli pratici. La questione principale è ancora una volta il terreno di gioco. È chiaro che il presidente dei rossoblù non può essere interessato a sobbarcarsi interamente la dispendiosa ristrutturazione dell'«Invernici», ma è altrettanto lampante l'inadeguatezza del «Rossaghe» (dove attualmente gioca Lumezzane) e non sembra che nel breve periodo possano trovarsi altre soluzioni.

Nella partita potrebbero quindi entrare anche altri giocatori attualmente in forma smagliante, come il Marco Polo Cus Brescia. Gli universitari bresciani bazzicano già sul campo di San Polo, dove hanno sede gli allenamenti della categorie giovanili, e potrebbero essere interessati ad una fusione con il Rugby Brescia, dando così man forte alla dirigenza biancoazzurra per la sistemazione della struttura.
A fronte di amare certezze economiche, oltre che sportive (il Banco di Brescia è penultimo in serie A), e di inesistenti sicurezze circa il da farsi, non rimane che augurarsi un abbandono delle logiche di quartiere e prospettare la nascita di una cordata che si prenda cura di una delle più antiche società di rugby dello Stivale.
Laura Almici

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