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Basket, sfuma il sogno della Centrale in serie A

Pistoia sfrutta esperienza e fattore campo per battere la Centrale. Per i bresciani Jenkins commovente. Giddens, serata da dimenticare
AA

A un passo dal sogno, dopo aver solo sfiorato la storia. La Centrale si blocca quando lo striscione del traguardo si cominciava ad intravedere. In serie A ci va Pistoia che sfrutta esperienza e fattore campo. Due concetti nei quali ci sta dentro tutto, anche l’aver capito che nell’ultimo quarto il metro arbitrale era improvvisamente cambiato: contatti e mani addosso che per 30’ non erano stati tollerati, gravando di falli i toscani, sono improvvisamente diventati leciti. Ma non è lì, la spiegazione di una sconfitta che fa male. Un male da morire, arrivare fino a sentire il Nirvana e poi vederlo scappare via, ma non possono essere lacrime amare quelle che vediamo bagnare i visi dei 500 bresciani al seguito, mentre scriviamo queste note e sul parquet la festa pistoiese non ha fine.

L’ultimo atto di una stagione interminabile non è stato poi così diverso dalle altre quattro finali: punteggio basso, tensione a mille, adrenalina a fiumi. Sono mancati gli episodi, piuttosto: se in gara-1 Brescia aveva regalato sul + 1 a 1’16’’ la palla della vittoria e in gara-2 in una situazione molto simile a Giddens era stato fischiato un passi in... differita, stavolta la Centrale non ha saputo reggere la pressione quando, avanti 41-38 in chiusura di terzo parziale, si è bloccata come un velocista sul Tourmalet. Pistoia negli ultimi 11’ di partita ha saputo mettere sul piatto un 22-letale. Vince con la forza dei nervi il quintetto di Martelossi, non certo con quella del gioco. Vince prendendo molti più rimbalzi (43-30, erano già 12-6 all'intervallo), vince con Graves e Galanda, ma anche con Toppo, Cortese e perfino Meini, gli uomini che prendono la partita come una biscia, schiacciandole la testa e portandola dalla propria parte. Eppure su quel 38-41 le facce biancorosse esternavano paura, il pubblico aveva cominciato a riempire il campo di palline di carta e bottigliette e le forze dell'ordine avevano il loro bel daffare nel impedire un’invasione di campo anticipata. Insomma quando Pistoia si è ritrovata con le spalle al muro, gli uomini di Martelossi non hanno saputo piazzare il colpo del ko. Si chiama inesperienza, almeno a questi livelli. Brescia, che pure ha avuto un Jenkins commovente per dedizione nonostante una mano sola, ma un Giddens spettrale (quanto ha influito la vicenda extracampo?), ripenserà a lungo a quei 6 punti segnati nel primo e nell’ultimo quarto.

I sei punti iniziali, ed erano ancora tali al 13’, hanno portato Scanzi e compagni ad un passo dal baratro anticipato sul 21-8. Fernandez, Cuccarolo e Barlos, più una zona ben alternata alla uomo, hanno ricucito la trama fino al 27-22 dell’intervallo. Diventato 27-28 quando la bomba di Brkic, seguente a quella di Giddens (unico canestro su azione per l’ex Boston) che aveva aperto le danze della ripresa, segnava il primo vantaggio esterno. Il terzo quarto era un capolavoro e infatti la Centrale lo vinceva 19-14, dopo essersi aggiudicata anche il secondo 16-12 cancellando il 15-6 subito nei primi 10’ da incubo. Proprio sul più bello la spia dell’energia si metteva a luccicare e i primi cinque minuti dell’ultimo quarto diventavano di un supplementare perché si partiva dal 41-41 arrivando al 52-45 che chiudeva al porta al sogno biancoazzurro. Ora bisogna essere bravi a renderlo l’inizio di una nuova serie. Perchè Brescia ha riscoperto l’amore per questo sport. Venticinque anni dopo serve una casa, ma va bene anche una capanna. I cuori e l’amore non mancano.

Cristiano Tognoli

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