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Baldanzeddu: «Rinasco dopo il crack contro il Brescia»

Parla il difensore della Virtus Entella che fu colpito da un violentissimo tackle da Valerio Di Cesare
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Quel filmato l’hanno visto e rivisto tutti. Chi per capire la dinamica dello scontro, chi per cercare di leggere il senso delle intenzioni di Valerio Di Cesare. Chi, forse, solo per quell’obliqua curiosità che a volte suscitano le immagini forti.
 
Lui no. Ivano Baldanzeddu quella scena non l’ha più voluta vedere. Basta il ricordo a pelle di un dolore che si porterà addosso per sempre. Le mani che corrono sulla gamba per vedere se è intera. Il tackle del difensore in maglia biancazzurra al 44’ di Entella-Brescia del 13 settembre (il ritorno si gioca questo sabato) come spartiacque di una carriera. Il piede dell’avversario che entra perpendicolare su una gamba che si piega come una cannuccia di plastica. Lesione multiligamentosa del ginocchio destro: crociato anteriore, crociato posteriore, collaterale interno.
 
«Ma, al di là di tutto - confessa Baldanzeddu, che sta procedendo con la riabilitazione a Roma, in Villa Stuart -, non l’ho guardato anche perché scene di questo genere mi impressionano. Non ho mai visto video di infortuni gravi capitati ai colleghi, figurati se mi guardo il mio!». Il difensore 28enne ha il morale alto anche e soprattutto perché il suo recupero, dopo ben due interventi chirurgici, prosegue con ritmi da record. «Mi sono spaccato tutti i crociati - racconta -, ma miglioro come se me ne fossi rotto uno soltanto». 
 
Parli con Baldanzeddu e capisci una cosa. Il cammino per uscire da un infortunio di questa portata o inizia subito o non avrà fine. Il segreto? «Non aver mai, e dico mai pensato che non sarei più tornato in campo. Bisogna reagire subito. Se lo fai puoi uscirne, altrimenti rischi di dover appendere le scarpe al chiodo». Così la riabilitazione è diventata una semplice operazione aritmetica. «Ho avuto fiducia nella mia forza di volontà. E ho avuto fiducia nel professor Pier Paolo Mariani che mi ha seguito. Uno più uno fa due. Tutto qui».
 
Assieme al compagno di squadra Stefano Moreo e ad altri calciatori che si stanno curando nella struttura romana Baldanzeddu sta già disputando partitelle con contrasti appena accennati. «Esercizi che servono per abituare il corpo, ma soprattutto la testa a ritrovare progressivamente il giusto agonismo. Ma pensate che giusto in questi giorni mi sono sottoposto ad alcuni test e, tecnicamente, ero pronto a tornare a Chiavari. Poi abbiamo preferito allungare la mia permanenza di un mese, al termine del quale si farà il punto della situazione».
 
E Di Cesare? «Ogni tanto ci sentiamo - racconta Baldanzeddu -. Ci siamo scambiati gli auguri a Natale. Io davvero non credo che l’abbia fatto apposta. È successo. Nessuno dei due stava guardando la palla in quel momento. Lui è entrato veramente molto male, ma un giocatore di calcio non farebbe mai una cosa del genere di proposito. Non lo farebbe nemmeno al suo peggior nemico».
 
E il peggior nemico di Baldanzeddu non è Di Cesare. Poteva esserlo la paura di non tornare. Che, però, è stata sconfitta subito.
 
Daniele Ardenghi
 

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