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Baldanzeddu e il ginocchio spezzato: è bufera

12 mesi di stop per il difensore dell’Entella dopo il contrasto con Di Cesare. Da Chiavari chiedono una maxi squalifica.
Il caso Baldanzeddu
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«Lesione multiligamentosa del ginocchio destro (crociato anteriore, crociato posteriore, collaterale interno) suscettibile di plastica chirurgica». Una diagnosi, un brivido gelato lungo tutto il corpo solo a leggerla. Gli esami ai quali si è sottoposto ieri l’esterno destro dell’Entella Chiavari Ivano Baldanzeddu, infortunatosi sabato in chiusura di primo tempo dopo uno scontro con Di Cesare, hanno dato questo esito. Terribile. Come quello che adesso lo aspetta: due operazioni chirurgiche a distanza di 6-8 settimane una dall’altra. Terribile. Come i tempi di recupero: non meno di 12 mesi.

L’esito degli accertamenti strutturali ha fatto infuriare il presidente dell’Entella Antonio Gozzi, il cui padre ha origini bresciane, che dopo aver provato a trattenersi nel dopo partita ieri è sbottato: «Basta guardare le immagini per capire la gravità del fallo. Questo è calcio violento e non è possibile che non vengano presi provvedimenti da chi di dovere. L’entrata di Di Cesare non è stata da giocatore di calcio, ma da karateka. Meriterebbe almeno dieci giornate di squalifica».

Sulla volontarietà o meno dell’intervento del difensore biancoazzurro, Gozzi non vuole soffermarsi più di tanto: «Questo lo può sapere solo il giocatore del Brescia, mi auguro non l’abbia fatto apposta perché altrimenti la gravità del fatto sarebbe inaudita. Io però guardo i fatti e questi dicono che il nostro giocatore dovrà rimanere fuori per un anno. Oltre al dispiacere nel vedere un ragazzo giovane costretto sulle stampelle, per noi è un danno tecnico e morale. Baldanzeddu è un titolare, un giocatore sul quale puntiamo tantissimo ed è anche un prezioso uomo all’interno dello spogliatoio».

Da quando è nel calcio, non si ricordano esternazioni simili di Antonio Gozzi: «Proprio l’anno scorso il presidente della LegaPro Macalli mi aveva fatto i complimenti perché non ho mai parlato male degli arbitri. Ero stato zitto anche dopo il clamoroso rigore che ci hanno negato dieci giorni fa a Bologna, ma dopo questa vicenda ho deciso che è sbagliato stare zitti. È giusto che parli e che dica come stanno le cose. Sì, siamo nervosi per quanto accaduto».

Valerio Di Cesare, che non dovrebbe rischiare la prova tv perchè l’arbitro ha visto e ha ritenuto di non intervenire, ieri aveva negli occhi un velo di tristezza. All’ora di pranzo si è presentato prima all’asilo e poi a scuola a prendere i due figli. A chi gli chiedeva della vicenda ha risposto: «Non volevo, non l’ho fatto apposta, mi spiace moltissimo». Poi ha sostenuto l’allenamento, con pochissime parole. Già nel dopo partita aveva spedito un sms a Baldanzeddu il quale gli aveva risposto di non tormentarsi, perché sono cose che purtroppo accadono.

Ieri sera, dopo aver appreso dell’esatta entità dell’infortunio, ha voluto parlare direttamente (sempre al telefono) con il collega. Gli ha fatto l’in bocca al lupo, ha continuato a scusarsi ed è stato a sua volta confortato dal terzino dell’Entella: «Non preoccuparti Valerio, tornerò più forte di prima, sono cose che capitano». Gozzi si aspettava una telefonata dal Brescia calcio: «Nessuno mi ha chiamato». In realtà il team manager Piovani si è messo in contatto con Matteo Superbi, diesse dei liguri. Caso chiuso.

Cristiano Tognoli

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