Erbicida con glifosato, il rischio tumori agita la Franciacorta

L'Airc ha definito il glifosato un «probabile» agente cancerogeno: contro il suo utilizzo in Franciacorta si muovono gli ambientalisti
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«Muri, strade e marciapiedi spruzzati di sostanze, mentre il piano d’azione nazionale sull’uso dei pesticidi chiede che vengano rispettate le distanze dai luoghi sensibili in caso di uso agricolo». La segnalazione relativa a Erbusco arriva dal gruppo Facebook «Franciacorta, pesticidi e Salute», nato per sensibilizzare sull’uso dei prodotti chimici in zona e per «cambiare radicalmente la modalità di coltivazione». Nel caso specifico, il problema è legato all’utilizzo del Roundup, un prodotto della Monsanto che contiene glifosato, una sostanza che lo scorso 23 marzo l’Agenzia Internazionale per la ricerca contro il cancro ha definito un «probabile» cancerogeno, inserito nella lista degli agenti cancerogeni 2A. Ciò significa che l’agenzia che fa parte dell'Oms non ha prove certe circa una correlazione tra glifosato e tumori, ma ritiene possibile che vi sia un legame. La preoccupazione, dunque, è giustificata, anche se il Comune di Erbusco difende il proprio lavoro, sostenendo che il Roundup Biflow non contenga «ingredienti con tossicità acuta e non è classificato come pericoloso», nonostante la presenza del glifosato. 

Il tema è ancora controverso e sempre più associazioni ambientaliste chiedano la messa al bando di questa sostanza. Il glifosato è l’erbicida più utilizzato al mondo. Dal 1992 al 2012 il suo uso è aumentato di 140 volte solo negli Stati Uniti. Oggi, inoltre, è il fitofarmaco più collegato alle coltivazioni Ogm. Non a caso la Monsanto, la multinazionale che lo produce sotto il marchio commerciale di Roundup, ha definito il rapporto dello Iarc «scienza spazzatura» e ha chiesto all’Organizzazione mondiale per la sanità il ritiro del rapporto. Attualmente, comunque, in Italia non vi sono divieti al suo utilizzo, anche se vi sono Paesi come il Brasile in cui si valuta una sua messa al bando, mentre in Germania e in Svizzera sono iniziati i ritiri volontari dai grandi magazzini. La catena svizzera Coop o la tedesca Rewe hanno infatti deciso di non vendere più prodotti contenenti glifosato. 

Nella pagina facebook dedicata alla Franciacorta vengono prese di mira anche le cantine. Marco Dotti, uno dei portavoce del gruppo, si è rivolto per due volte al Comune e alla Polizia locale per altrettante segnalazioni. Nel primo caso, fotografie alla mano, il gruppo ambientalista contesta a tre cantine tra Adro ed Erbusco l’uso di «erbicidi su erbe alte e in fiore, in violazione dell’articolo 6.3 del disciplinare del Franciacorta» e «nonostante le recenti novità sulla cancerogenicità del glifosato». 

Secca, in questo caso, la replica dei produttori, che ribadiscono di «prestare massima attenzione all’ambiente». Alcuni dei diserbi, secondo le cantine, sarebbero avvenuti a fine marzo, fuori - quindi - dal periodo della fioritura. «Non solo - si ribadisce -: proprio l’articolo 6.3 del disciplinare consente un massimo di tre diserbi l’anno, anche se diverse cantine, per scelta, ne effettuano solo uno». Sul tema del grlifosato, nessun commento diretto.

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