Cultura

Un Salvo «furioso» ingannato da un'Angelica... pentita

Camilleri, tra autocitazioni e un po' troppo mestiere, regala una nuova avventura del commissario Montalbano
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Una serie di furti in appartamenti e ville, ben studiati e articolati, portano il commissario Montalbano ad indagare su un caso che affonda le radici nel passato. Nel suo, prima di tutto, e in quello delle vittime delle ruberie organizzate. Una di queste è infatti una splendida ragazza, Angelica, che per la sua bellezza e il suo sorriso ammaliante, fa tornare il commissario di Vigata all'età dell'adolescenza, agli anni in cui leggendo «L'Orlando furioso» (e imparandone i passi a memoria), aveva dato forma nella sua mente - con anche l'aiuto di un dipinto di Dorè - ad un ritratto della protagonista delle pagine dell'Ariosto.
Nel conoscere l'Angelica «moderna», quei sogni di ragazzo dirompono in un Montalbano alla soglia dei sessant'anni, che perde letteralmente la testa per la ragazza. Il passato letterario e il presente si intrecciano. Le vicende dell'oggi, tra i furti, le sparatorie tra ladri e poliziotti, un cadavere che viene scoperto in un campo, e un agguato per strada, lasciano spazio ai brani dell'«Orlando furioso» e alle poesie che sgorgano spontaneamente nella mente di Montalbano. E in sogno, passato e presente si fanno ancora più vicini quando il commissario si trova al centro di una giostra cavalleresca, con tanto di armatura, e che deve affrontare un avversario senza volto.
Fortunatamente su di lui vigila l'attento e preciso braccio destro Fazio, che capisce il delicato momento che sta vivendo il suo commissario e che con grande discrezione riesce a tenerlo d'occhio. Alla risoluzione del caso contribuisce, inconsapevolmente anche l'immancabile Catarella, che - con le sue parole - farà sviluppare a Montalbano una delle intuizioni che si riveleranno decisive.
Nel dipanarsi della vicenda però, nell'arrivare alle pagine conclusive, la sensazione è quella di aver «già letto» alcuni passaggi, in altri romanzi che Camilleri ha dedicato al commissario.
Ritornano alla memoria «Il gatto col cardellino» nel moltiplicarsi dei furti, uno solo dei quali è però quello mirato e che ha un altro obiettivo rispetto ai dipinti d'autore, ai gioielli e alle pellicce; così come ricorda molto la «Vampa d'agosto» la sbandata del nostro commissario per la bella giovane che riesce a sedurlo e a «manipolarlo» per il proprio tornaconto; e poi ancora il più recente «La caccia al tesoro» per la sfida che la «mente» che ha architettato i furti lancia a Montalbano con puntuali lettere anonime che arrivano in commissariato e che mettono in dubbio il fatto che il poliziotto più noto di tutta Italia possa mai arrivare alla soluzione.
Andrea Camilleri con «Il sorriso di Angelica» ci tiene sì incollati alle pagine fino all'ultimo, ma non riesce del tutto a stupirci, a convincerci come ha fatto finora.
Daniela Zorat

Il Sorriso di Angelica
Andrea Camilleri
Sellerio, 254 pagine, 14 euro

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