Cultura

Passeggiando tra le due ere della pedata

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Il calcio ai tempi di «90° minuto» o il «football show» delle giornate frullate e poi spalmate dal venerdì alla domenica sera? Si stava meglio quando si vedeva... peggio (sempre che siate cultori dell'ars pedatoria in 3D) o è meglio godersi una finestra sempre aperta su dribbling e tacchetti?

Antonio Gurrado e Francesco Savio (bresciano di stanza a Milano) dissertano sul tema, dividendosi con modalità generazionali il compito di ricordare il calcio che fu (ci pensa Gurrado) o cantare le lodi di quello attuale, compito assolto proprio da Savio. Il risultato è «Anticipi, posticipi», che usa il calcio come passepartout per accendere ricordi, sensazioni legate alla squadra del cuore, se non alla nazionale.

Più «football oriented» è l'approccio di Gurrado, che in «Anticipi» sublima l'idioma trapattoniano (non ci sono storie, quando parlava il Trap era una cosa seria), sbeffeggia la legge dell'ex che si dispera se segna ai vecchi compagni, cita addirittura Peo Pericoli.
In «Posticipi» Savio cesella match più o meno letterari, immaginando dialoghi impossibili e, solo occasionalmente, ricordandosi che si starebbe parlando pur sempre di calcio. Ma di fronte all'equazione «Milos Krasic sta a Pavel Nedved come John Barth sta a Sherazade», il soggetto del contendere non importa. Resta solo un gioco, in effetti, e non bisognerebbe dimenticarlo mai. ramp

Anticipi, Posticipi
A. Gurrado, F. Savio
Italic, 191 pagine, 14 euro

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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