Cultura

Montalbano e Negro: in coppia si indaga meglio

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Un gioco che non è uno scherzo. Un divertimento per chi scrive e per chi legge. «Acqua in bocca» è un esperimento più che riuscito, un romanzo scritto a quattro mani da due maestri: Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli. Due nomi che non hanno certo bisogno di presentazione.
Con i loro protagonisti preferiti - il commissario Salvo Montalbano e l'ispettrice Grazia Negro - che si aiutano e si sfidano a vicenda per risolvere un caso di quelli che «mettono nei guai». Ma con loro ritroviamo Livia, Ingrid, Fazio, Mimì, Catarella e pure Coliandro e la Baldoni, presenze amiche e note che supportano i due investigatori che devono necessariamente restare sotto traccia, condurre la loro inchiesta segretamente, tenendo nascosto il fatto che stanno cercando di capire cosa sia successo ad un vigatese trovato morto a Bologna. Asfissiato da una busta di plastica che conteneva pesci rossi. Sullo sfondo un intreccio di vite che interessano anche i servizi segreti, deviati o no, che rendono davvero difficile l'indagine anche per quelli che si possono considerare due degli investigatori più brillanti della scena letteraria italiana. Con le loro peculiari caratteristiche: lei particolarmente vivace, determinata e sempre pronta all'azione; lui - con qualche anno di più - più saggio e pacato, filosofo e stratega.
L'idea del giallo scritto a quattro mani è arrivata durante le riprese per un documentario, 5 anni fa - spiega l'editore Daniele di Gennaro -, quando tra Camilleri e Lucarelli si creò subito un grande feeling, un affiatamento magico e stupefacente che sorprese chi li stava osservando e riprendendo. «Seri ma leggeri» i due scrittori si sono divertiti ad inventare una storia, e l'editore ha colto la palla al balzo: metterla nero su bianco. Ma come? La risposta è arrivata da Camilleri: prendendo spunto da un romanzo di Dennis Wheatley del 1936, scritto come un dossier in cui il delitto viene raccontato attraverso ritagli di articoli di giornale, documenti ufficiali di forze dell'ordine e magistrati, verbali di polizia giudiziaria (metodologia peraltro non nuova allo scrittore siciliano, come dimostra anche il suo recente «Il nipote del Negus» edito da Sellerio).
Il problema è che Montalbano e la Negro non possono comunicarsi ufficialmente i risultati delle loro indagini e così escogitano divertenti metodi per eludere ogni possibile intercettazione: il commissario di Vigata invia i suoi pizzini nei cannoli che fa arrivare a Bologna, la Negro risponde a suon di tortellini con tanto di ricetta per il brodo.
Dalla Sicilia partono insoliti messaggeri come Ingrid, e ne dovrebbero arrivare altri come Catarella (che però si perde per strada sbagliando treni e coincidenze); e a Milano Marittima, dove Montalbano e Grazia Negro si incontrano, compare anche l'ispettore pasticcione Coliandro, che incappa accidentalmente negli altri due poliziotti.
Camilleri e Lucarelli si sono divertiti a scrivere «Acqua in bocca», noi ci siamo divertiti a leggerlo.
Daniela Zorat

ACQUA IN BOCCA
Andrea Camilleri
Minimum Fax - 108 pagine, 10 euro

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