Cultura

Il «tiro» dell’urgenza ispanica

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«Me gustan Garrapateros, me gustas tu». Lo diciamo con Manu Chao, che è una delle principali fonti d’ispirazione della band. Ecco un bell’ep che viene da Brescia e che punta dritto alla Spagna e al suo pubblico. Terra che rappresenta il punto di partenza e rappresenterebbe il punto di ritorno per il giovane Nic Garrapatero, leader dei Garrapateros. Lo spagnolo imparato lavorando e studiando nella terra del tiqui-taca, ma soprattutto ascoltando le canzoni dei Los Delinquentes (rock contaminato dall’Andalusia), è anche la lingua utilizzata nelle canzoni.

I riferimenti sonori principi, o comunque i più facilmente inquadrabili a livello di notorietà, di questo «Esperando» sono appunto Manu Chao (con e senza i suoi Mano Negra) e gli Ska-P.

Nell’ep - completamente autoprodotto - sono contenuti sei brani. L’intento dichiarato è quello di renderli ponte verso un disco sulla lunga distanza nei prossimi mesi, che sarà successore dell’esordio, più acusticheggiante, di «Vita No Mata», risalente a un paio di anni fa. Il disco è composto da cinque tracce originali e la cover di «Know Your Rights» dei Clash. Si fruiscono piacevolmente e rapidamente, e riescono a sfuggire alla trappola in cui generi come lo ska-punk o il patchanka tendono a cadere: dal vivo sono ok, su disco a volte annoiano. A proposito di concerti. Dei Garrapateros, che dal vivo si presentano con una ballerina di flamenco, si è già innamorato Tonino Carotone, per cui la band ha recentemente aperto uno show bresciano (Nic e soci hanno suonato pure prima di Ska-P e Depedro).

«Esperando» ha subito un inizio fresco in cui spicca il dialogo tra le chitarre dalla voce argentina e il flauto di «Huele A Pasado». La strofa di «No Falta Nada» ricorda da vicino la semplicità bella e disarmante di Manu Chao, ma poi la Jamaica risuona tonda nell’eco applicato alla voce e nelle percussioni. «Di quello che c’è non manca niente», canta Garrapatero spruzzando un po’ di italiano nel Tio Pepe. È il concetto portante del pezzo, che suona come un invito a sfruttare ciò che si ha a disposizione, sebbene sia poco, per raggiungere gli obiettivi. Si viaggia oltreoceano con «Esperando Xalapa». Torna in primo piano la chitarra acustica, che accompagna lungo il drammatico viaggio dei migranti messicani. L’antagonista «Agarrando Ola» è il pezzo più orecchiabile e maggiormente vicino agli Ska-P: frizzante e ben scritto, mescola con buona sapienza velocità e melodia. La picaresca «Querida Vida» anticipa la cover dei Clash, realizzata per «Strummerville», la compilation realizzata da vari artisti bresciani per ricordare Joe Strummer. Funzionale, suonata come forse farebbero i Rancid, lascia qualche dubbio per quanto concerne la voce. Ma non intacca un lavoro complessivamente affascinante, credibile e soprattutto convinto. In cui ogni canzone è cantata e suonata con il «tiro» dell’urgenza. In attesa di conquistare la Spagna.

Daniele Ardenghi

 

 

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