Cucina

Il vino fa girare la testa... ma anche la gente

Nel Bresciano domenica sono 28 le aziende visitabili ma a tiro di una gita in auto sono oltre 90
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Il gioco di parole è abbastanza semplice, ma rende l’idea: il vino fa girare la testa (soprattutto se si esagera), quello buono fa girare la gente. Quanta? Un milione di visitatori attesi in tutta Italia, centomila nella sola Lombardia, quasi 30 mila nel Bresciano.

Sono questi, a grandi linee, i numeri di Cantine Aperte, la fortunata manifestazione del Movimento Turismo del Vino che torna domenica prossima 25 maggio con la sua 22° edizione riproponendosi arricchita di nuove idee.

Le cantine bresciane che si possono vistare sono 28. Quasi la metà è in Franciacorta, ma ci sono anche la Lugana, la Valtenesi, Capriano e persino la minuscola zona di Botticino. Se però qualche chilometro non vi pesa, sappiate che la Lombardia propone novanta cantine ed è amplissima la scelta di aziende del Canton Ticino.

I fedelissimi del Movimento sono più o meno quelli degli anni scorsi con la novità dell’azienda Romantica Franciacorta di Passirano che il Movimento ha voluto salutare scegliendola a sede della conferenza di presentazione della nuova edizione dell’iniziativa.

Cantine aperte, come al solito, costa poco. Alla prima cantina visitata si paga il ticket di 10 euro ritirando la guida, il bicchiere e la tasca per riporlo. Poi non c’è limite agli assaggi. L’orario è indicato tra le 10 e le 18, ma in realtà varia da cantina a cantina: spesso è più ampio, altre volte c’è un’ora limite oltre la quale non si iniziano più le visite. Un colpo di telefono (lo indichiamo nella tabella che pubblichiamo a lato) renderà tutto più facile.

L’idea di far incontrare gli appassionati di vino e di prodotti locali con i vignaioli ne ha fatta di strada in 22 anni di grandi cambiamenti nei consumi e nel costume. L’opportunità di entrare in cantina, aggirarsi tra le botti, interrogare il vignaiolo, che 22 anni fa poteva sembrare per iniziati, ora è diventata una necessità per chi vuol vendere il vino.

Siccome pochissimi di noi sono abbastanza esperti da identificare con sicurezza la qualità di un vino dal semplice assaggio, contano molto la franchezza dello sguardo del produttore, la fiducia che sa ispirare, l’amicizia che si può istaurare per il breve tempo di un incontro e che offre la sensazione di aver messo nel bagagliaio dell’auto qualcosa di franco e di onesto. Valori antichi che tornano? Sembra proprio di sì.

Già perché, in una società un po’ smarrita, si va per vigne anche alla ricerca di una onestà, di una moralità nel produrre che lo scaffale del supermercato non sembra più garantirci e una legislazione troppo a maglie larghe non ci assicura.

E allora Cantine Aperte continua ad interessare. Incontrando il presidente Carlo Pietrasanta, non si è finito ancora di parlare dell’appuntamento del 25 maggio che già il discorso scivola su Calici alle Stelle di agosto, Benvenuta vendemmia di settembre, Cantine aperte a San Martino di novembre e così via. Il discorso viene spontaneo perché una delle idee nuove di quest’anno è il passaporto dell’enonauta, un libretto con tutto l’aspetto di un passaporto, dove si possono raccogliere i timbri delle aziende visitate. Quando si arriva a 20, mandando una scansione del libretto a segreteria@ mtvlombardia.it, si ottiene un premio (di «modico valore», precisa il movimento).

Ma quasi subito il discorso si allarga ad Expo 2015 di cui il prossimo Cantine Aperte è una sorta di prova generale. Nel 2015 il Movimento ha in mente Cantine Aperte di quattro giorni cominciando dal sabato 30 maggio fino a martedì 2 giugno.«Vogliamo essere - spiega Pietrasanta - il salotto dell’enoturismo intorno a Milano. O almeno dobbiamo farci trovare pronti ad accogliere i visitatori di Expo immaginando che siano moltissimi».

L’altra novità di Cantine aperte 2014 è la possibilità di «parcheggiare» i bambini durante la visita. Ma non si tratta solo di tenerli calmi. Qualche cantina li farà giocare con i profumi della cantina, altri li interesseranno con la lettura e il disegno o con lo sport.

Gianmichele Portieri

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