Economia

Cellatica "benestante" A Magasa si campa con 16mila euro

Nei giorni scorsi, il Dipartimento delle Finanze ha pubblicato i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi (Unico e 730) presentate dagli italiani lo scorso anno. E per quel che riguarda la nostra provincia, risulta che il comune più facoltoso è Cellatica, dove i suoi 2.805 contribuenti hanno mediamente denunciato al Fisco un reddito annuo pari a 29.547 euro.
AA

La nostra è una provincia tanto estesa, quanto differenziata. E non solo in termini geografici. Un contribuente che vive a Cellatica dichiara (in media) poco meno di 30mila euro l'anno, mentre chi ha la residenza a Magasa campa con la metà. E se è vero che i bresciani più ricchi abitano nei comuni gardesani, molti nostri concittadini camuni continuano ad occupare le ultime posizioni di questa singolare classifica ordinata per reddito medio dichiarato nel 2009.
Nei giorni scorsi, il Dipartimento delle Finanze (una sorta di braccio operativo del Ministero dell'Economia), ha pubblicato i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi (Unico e 730) presentate dagli italiani lo scorso anno. E per quel che riguarda la nostra provincia, risulta che il comune più facoltoso è Cellatica dove i suoi 2.805 contribuenti hanno mediamente denunciato al Fisco un reddito annuo pari a 29.547 euro. Il secondo gradino del podio va invece a Padenghe che ha dichiarato 28.657 euro pro-capite. Medaglia di bronzo a Collebeato che migliora di poco il suo trend rispetto al 2007 e si porta a 27.469 euro in media.
L'immagine di come appaiono i comuni bresciani all'occhio del Fisco è dunque molto complessa e diversificata. Ma prima di fare altri commenti riteniamo opportuno specificare che il reddito medio riportato dal Ministero dell'Economia non è altro che la somma di tutti i proventi percepiti da ogni singolo contribuente nel 2008, al netto di eventuali deduzioni (i cosiddetti oneri deducibili) che sono andati a ridurre l'imponibile sul quale è stata poi calcolata l'Irpef (l'Imposta sul reddito delle persone fisiche). Possiamo dunque parlare di reddito «lordo» che deve essere ancora «depurato» dalle tasse.
Fatta questa premessa, continuiamo con la lettura della nostra classifica partendo dal fondo. L'ultima posizione è occupata dal comune di Magasa dove (sempre in media) è stato dichiarato un reddito annuo di 15.983 euro, ovvero poco più di 1.331 euro lordi mensili. Più o meno nelle stesse condizioni si trova anche il contribuente-medio di Tremosine (16.098 euro annui, 1.341 mensili) e Tignale (16.274, 1.356). Rispetto al 2007, la media dei redditi dichiarati nella provincia di Brescia è sensibilmente cresciuta dello 0,79% ed è passata da 22.422 a 22.609 euro. Si deve però notare che anche nel 2008, l'80% dei comuni bresciani (165 su 206) è sotto questa soglia. Da tale aspetto possono quindi scaturire due considerazioni. La prima è allarmante. L'Istat ha calcolato che la spesa di una famiglia italiana ammonta mensilmente a 2.078 euro. Questo vuol dire che un nucleo di almeno tre persone sostiene una spesa fissa di 24.936 euro all'anno. E se è vero che i contribuenti bresciani dichiarano nei canonici dodici mesi 22.609 euro lordi, ovvero poco più di 17mila euro al netto dell'Irpef, come riescono a sostenere uno stile di vita comparabile alle rilevazioni dell'Istat? Consideriamo pure che al giorno d'oggi, sia il marito sia la moglie, contribuiscono a sostenere il bilancio familiare con il proprio stipendio. Ma sommando i loro due redditi si arriva a 34mila euro (netti) all'anno e la coppia ha comunque poco agio per permettersi eventuali spese straordinarie (leggi anche vacanze, cinema o cene con gli amici).
Veniamo alla seconda riflessione. Meno preoccupante (per qualcuno) rispetto alla precedente. Dai dati del Ministero è possibile determinare le classi di reddito dei contribuenti residenti in un determinato comune della provincia. A tal proposito segnaliamo il record della Loggia che vanta quasi 3mila cittadini con un reddito superiore ai 100mila euro. Ma ritorniamo a noi. Il prossimo anno entrerà in vigore la nuova versione del redditometro, lo strumento di accertamento finalizzato alle determinazione in via induttiva del reddito dei contribuenti sulla base della disponibilità di alcuni beni e servizi come autoveicoli, residenze, servizi di collaboratori familiari e assicurazioni. Il nuovo modello, ormai in fase di perfezionamento, permetterà controlli più accurati che riguarderanno anche il reddito Isee dichiarato per ottenere agevolazioni e per determinare, ad esempio, l'importo delle rette scolastiche. Secondo il direttore della Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, la nuova versione del redditometro è il tassello che mancava per completare il mosaico dei controlli fiscali destinati ai contribuenti italiani: dal sistema di tutoraggio previsto per le imprese di grandi dimensioni, agli studi di settore per le piccole imprese e i professionisti fino, appunto, al nuovo redditometro per le persone fisiche.
Sempre in tema fiscale, un'altra variabile destinata ad avere impatti sui redditi dichiarati dai contribuenti nei prossimi anni è la nuova cedolare secca del 20% sugli affitti di unità abitative che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio prossimo. Si tratterà infatti di capire se l'emersione di affitti finora non tassati potrà compensare la diminuzione di gettito derivante della riduzione dell'aliquota di tassazione sulle locazioni.
Erminio Bissolotti
e.bissolotti@giornaledibrescia.it

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia