Un bresciano in esplorazione alle cascate etiopi

Anche lo speleologo Matteo Rivadossi di Nave nella spedizione a Jinbar
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La prima discesa assoluta della cascata di Jinbar in Etiopia: uno dei percorsi torrentistici più belli del mondo. Una grande avventura esplorativa che parla bresciano.

Un’avvincente storia di esplorazione geografica e di sport è stata appena scritta tra le profonde rughe dei tavolati rocciosi dell’Etiopia, e tra i protagonisti coinvolti c’è anche lo speleologo bresciano Matteo Rivadossi. L’avventura ha preso forma all’interno di un contesto naturale affascinante e selvaggio, che non a caso fu attraversato anche dal grande Walter Bonatti. Le montagne del Simien accolgono nella zona settentrionale dell’Etiopia un vasto altopiano di origine vulcanica, spettacolare per le sue dimensioni e morfologie.

I turisti lo percorrono per osservare in particolare la cascata di Jinbar, una delle cadute d’acqua più alte del mondo, che si tuffa con un salto di oltre 500 metri nel tetro Geech Abyss. La gola che accoglie la cascata è l’espressione di una natura primordiale, che affascina ma incute timore, da ammirare da lontano con i piedi ben piantati per terra. Almeno per la quasi totalità dei turisti. Non così per Rivadossi, di casa a Nave, che già nel 1997 mise gli occhi durante un trekking nella zona su quel meraviglioso salto, sognando di arricchire con la sua prima discesa il suo già notevole palmares esplorativo.

Dal 15 al 17 novembre 7 torrentisti hanno realizzato la prima discesa assoluta della cascata di Jinbar, percorrendo sia il tratto di canyon superiore sia la profondissima gola inferiore. 

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