Addio all’imprenditore Luigi Becchetti

Per decenni amministratore della Bal, si era dedicato alle opere della parrocchia di S. Apollonio
E' morto Luigi Becchetti
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Luigi Becchetti, uno degli ultimi imprenditori vecchia guardia, ha chiuso i suoi intensi giorni ieri, sulla soglia degli 89 anni. Personaggio ben visibile, oltre che persona con spiccato senso della cosa pubblica, caratteristica di famiglia: il padre Angelo era stato podestà di Lumezzane; il fratello Giacinto, cavaliere del lavoro, consigliere comunale per lunghi anni, presidente della Banca Popolare di Lumezzane, imprenditore di prestigio; Luigi, a sua volta assessore, ma soprattutto, negli Anni Settanta, appassionatamente dedito alle opere della parrocchia di Sant’Apollonio, sempre seguìte in prima persona con ammirevole costanza: nuovo oratorio, nuova canonica, il restauro conservativo della parrocchiale col rifacimento degli stucchi, della pavimentazione, della facciata...

Come imprenditore per molti decenni ha amministrato la ditta Bal (Becchetti Angelo Lumezzane - maniglierie, tuttora fiorente) di S. Apollonio, una delle più antiche fabbriche della valle, fondata nel 1882. Del gruppo fa parte la Industria Metalli di Bedizzole. Ne era parte consistente anche la Palazzoli che, a suo tempo, venne strategicamente ceduta per una consistente cifra. Famiglia molto nota che, a distinzione dei numerosi nuclei Becchetti, era ed è individuata con la dialettizzazione del cognome: i «Bechècc». 

Carattere forte, segno distintivo dell’intera fraterna (otto maschi) e un rigore di vita che il successo imprenditoriale ed il benessere non avevano mai infiacchito. Luigi Becchetti era stato insignito della commenda della Repubblica per meriti civili, nonché della commenda pontificia per l’intensa dedizione alla parrocchia. Lascia i figli Corrado, Stefania ed il fratello Domenico, ultimo dei «Bechècc». Ora, anche per lui, è scaduta la moneta della sua esistenza. Non il suo valore.

Egidio Bonomi

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